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Mitologia Express – Prometeo, il trickster della mitologia greca

Mitologia Express – Prometeo, il trickster della mitologia greca

Care amiche, Cari amici, come vedete dall’immagine qua a fianco, Andreas Barella (una delle tre Muse), assieme a Loriana Sertoni, ha condotto la prima stagione di MITOLOGIA EXPRESS, in onda su RETE UNO della Radio Svizzera di lingua italiana (RSI). Ogni settimana i nostri due esploratori mitologici hanno scoperto un nuovo luogo intrigante sulla mappa fantastica del mondo del mito: la biblioteca perduta di Alessandria, la grotta del Ciclope Polifemo, il palazzo di Cnosso a Creta… Per spostarsi da un luogo all’altro, Loriana e Andreas hanno viaggiato sul Mitologia Express, uno stupendo convoglio a vapore che percorre le rotaie della fantasia, della curiosità e dell’esplorazione in un ambito tanto importante e tanto amato dagli esseri umani: quello della mitologia. Si è trattato, nelle parole di Andreas, della “realizzazione di un sogno che da tanti anni accarezzavo: quello di scrivere una trasmissione che rendesse leggere e fruibili da tutte le persone le ricche e variegate storie della mitologia greca.” A noi pare che l’esperimento sia pienamente riuscito.

Partite con loro e lasciatevi allettare dalle ricche rubriche. “Il mito quotidiano”: un racconto tratto dal mito greco e commentato da Andreas Barella. “L’antro della Pizia”: la rubrica di domande e risposte. “La finestra delle meraviglie”: il racconto di un mito in una versione pensata espressamente per le ascoltatrici e gli ascoltatori più giovani. Interpretato da Loriana Sertoni. “Il Dizionario mitologico”: gli dèi e le dee dalla A alla Z.

La prima puntata di Mitologia Express ha come tema la figura del dio Prometeo, l’inventore del fuoco e il protettore degli esseri umani. Qui trovate la  ricca trasmissione, sul canale youtube di Andreas, ISCRIVETEVI AL CANALE! GRAZIE MILLE E BUON ASCOLTO!

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I miti greci grazie alle nostre recensioni e approfondimenti

I miti greci grazie alle nostre recensioni e approfondimenti

Care amiche e cari amici,

ci sono voluti diversi anni, ma alla fine ce l’abbiamo fatta: abbiamo recensito e raccontato i miti contenuti nella bella collana I Grandi Miti Greci, composta da trenta agili volumetti che introducono nuovi lettori, ma che sono allettanti anche per gli esperti, ai grandi protagonisti del mito greco (un po’ sottorappresentate le protagoniste femminili a dir la verità. Dieci titoli su trenta: si può fare meglio), e di recensirla fornendo in altri post un ricco apparato delle storie mitologiche trattate nei volumi. Nel frattempo, ahimé, la collana è fuori catalogo e bisognerà attendere una nuova ristampa. I volumi sono apparsi a più riprese nelle edicole, in abbinamento al Corriere della Sera e ad altri periodici.

NOVITÀ NOVEMBRE 2021: ATTUALMENTE LA COLLANA È DISPONIBILE SUL SITO DEL CORRIERE, NON SAPPIAMO FINO A QUANDO.

Visto che abbiamo concluso il lavoro, qua sotto trovate per vostra comodità l’elenco dei post pubblicati, con tutti gli approfondimenti: sono circa 115 contributi. Siamo fieri di noi! BUONA LETTURA, AMICHE E AMICI!

La presentazione ufficiale della collana: “Dalle avventure di Eracle alla tragedia di Antigone, dagli enigmi della Sfinge al giudizio di Paride: vi presentiamo I Grandi Miti Greci, una collana di monografie dedicate agli eroi e agli dèi della mitologia ellenica, appositamente scritte da autorevoli docenti universitari con la curatela di Giulio Guidorizzi. In ogni libro, la ricostruzione del mito, gli autori e le opere che nei secoli se ne sono occupati, una sezione antologica con i testi più rappresentativi e utili apparati critici. Immergiti in un mondo di storie antiche quanto la cultura occidentale, imprese intramontabili e personaggi mitici che da più di due millenni nutrono il nostro immaginario. Le grandi storie sono eterne.”

Una lettura che vale proprio la pena. In una prima sezione vi è il racconto sintetico e l’analisi del mito; in una seconda sezione vi sono gli sviluppi nell’arte del mito trattato: musica, quadri, libri, piéce teatrali ispirate dal mito vengono raccontate e commentate. In una terza sezione vi sono poi degli estratti della storia dalle opere più famose che ne hanno parlato. Una ricca bibliografia e sitografia completa ogni volumetto, che si legge in un paio di ore e lascia l’anima leggera e soddisfatta. Una lettura consigliata. L’intera collana di trenta volumi è a cura di Giulio Guidorizzi. Guidorizzi è grecista, traduttore, studioso di mitologia classica e antropologia del mondo antico. Ha scritto numerosi libri sulla mitologia. Noi vi consigliamo, per iniziare, il suo bellissimo Il mito greco (in due volumi, usciti nel 2009 e nel 2012).

  1. Edipo – Il gioco del destino
  2. Dioniso – L’esaltazione dello spirito
  3. Apollo – La divina bellezza
  4. Zeus – Le origini del mondo
  5. Arianna – Le insidie dell’amore
  6. Orfeo – La nascita della poesia
  7. Ulisse – Il viaggio della ragione
  8. Medea – La condizione femminile
  9. Prometeo – Il dono del fuoco
  10. Antigone – La ragione di stato
  11. Fedra – L’insana passione
  12. Ade e Persefone – Gli dèi degli inferi
  13. Enea – L’eroe di una nuova dinastia
  14. Circe – La seduzione e la magia
  15. Eracle – L’eroe più popolare
  16. Teseo – Lo stato e le donne
  17. Elena – La bellezza che genera la guerra
  18. Afrodite – La primavera dell’amore
  19. Achille – Il guerriero vulnerabile
  20. Narciso – La morte, lo specchio e l’amore
  21. Atena – La dea invincibile
  22. Poseidone – La forza del profondo
  23. Le Sirene – Incanto e seduzione
  24. Ettore – L’eroe e la sua sposa
  25. Artemide – La natura selvaggia
  26. Giasone – La verità su un eroe
  27. Agamennone – Il re dei re
  28. Perseo – L’audacia dell’avventura
  29. Hermes – Il dio dell’astuzia
  30. Sisifo – I grandi peccatori

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Recensione a “I Grandi Miti Greci”: siamo oltre la metà!

Recensione a “I Grandi Miti Greci”: siamo oltre la metà!

Care amiche e cari amici,

già da diverso tempo ci siamo prefissati di recensire la bella collana I Grandi Miti Greci, composta da trenta agili volumetti che introducono nuovi lettori, ma che sono allettanti anche per gli esperti, ai grandi protagonisti del mito greco (un po’ sottorappresentate le protagoniste femminili a dir la verità. Dieci titoli su trenta: si può fare meglio), e di recensirla fornendo in altri post un ricco apparato delle storie mitologiche trattate nei volumi. Settimana scorsa abbiamo concluso il sedicesimo volume: siamo oltre la metà. PER VOSTRA COMODITÀ TROVATE QUA SOTTO L’ELENCO DEI POST PUBBLICATI AD OGGI, CON TUTTI GLI APPROFONDIMENTI (circa una sessantina). BUONA LETTURA, AMICHE E AMICI! Noi intanto proseguiamo imperterriti nelle recensioni e negli approfondimenti!

La presentazione ufficiale della collana: “Dalle avventure di Eracle alla tragedia di Antigone, dagli enigmi della Sfinge al giudizio di Paride: vi presentiamo I Grandi Miti Greci, una collana di monografie dedicate agli eroi e agli dèi della mitologia ellenica, appositamente scritte da autorevoli docenti universitari con la curatela di Giulio Guidorizzi. In ogni libro, la ricostruzione del mito, gli autori e le opere che nei secoli se ne sono occupati, una sezione antologica con i testi più rappresentativi e utili apparati critici. Immergiti in un mondo di storie antiche quanto la cultura occidentale, imprese intramontabili e personaggi mitici che da più di due millenni nutrono il nostro immaginario. Le grandi storie sono eterne.”

Una lettura che vale proprio la pena. In una prima sezione vi è il racconto sintetico e l’analisi del mito; in una seconda sezione vi sono gli sviluppi nell’arte del mito trattato: musica, quadri, libri, piéce teatrali ispirate dal mito vengono raccontate e commentate. In una terza sezione vi sono poi degli estratti della storia dalle opere più famose che ne hanno parlato. Una ricca bibliografia e sitografia completa ogni volumetto, che si legge in un paio di ore e lascia l’anima leggera e soddisfatta. Una lettura consigliata. L’intera collana di trenta volumi è a cura di Giulio Guidorizzi. Guidorizzi è grecista, traduttore, studioso di mitologia classica e antropologia del mondo antico. Ha scritto numerosi libri sulla mitologia. Noi vi consigliamo, per iniziare, il suo bellissimo Il mito greco (in due volumi, usciti nel 2009 e nel 2012).

La collana è stata ripubblicata recentemente da Mondadori con una numerazione diversa, ma i volumi sono gli stessi. La trovate a questo indirizzo. Ecco la lista dei volumi recensiti (numerati) e gli approfondimenti stilati dalle vostre Muse (con il pallino).

  1. Edipo – Il gioco del destino
  2. Dioniso – L’esaltazione dello spirito
  3. Apollo – La divina bellezza
  4. Zeus – Le origini del mondo
  5. Arianna – Le insidie dell’amore
  6. Orfeo – La nascita della poesia
  7. Ulisse – Il viaggio della ragione
  8. Medea – La condizione femminile
  9. Prometeo – Il dono del fuoco
  10. Antigone – La ragione di stato
  11. Fedra – L’insana passione
  12. Ade e Persefone – Gli dèi degli inferi
  13. Enea – L’eroe di una nuova dinastia
  14. Circe – La seduzione e la magia
  15. Eracle – L’eroe più popolare
  16. Teseo – Lo stato e le donne

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Il mito di Eracle e le 12 fatiche: un riassunto

Il mito di Eracle e le 12 fatiche: un riassunto

Il racconto del mito di Eracle è collegato alla nostra recensione della collana “Grandi Miti Greci”, Volume 15: Eracle – L’eroe più popolare

Negli ultimi mesi abbiamo pubblicato numerosi post inerenti il mito di Eracle (19 per la precisione… altro che le 12 fatiche!). Per vostra comodità vi rimettiamo tutti i link qua sotto. Buona lettura!

Il mito di Eracle (Parte 1 di 11): nascita e giovinezza
Il mito di Eracle (Parte 2 di 11): prime avventure e la pazzia
Le dodici fatiche di Eracle: 1) Il leone di Nemea; 2) L’idra di Lerna
Le dodici fatiche di Eracle: 3) La cerva di Cerinea; 4) Il cinghiale Erimanzio
Le dodici fatiche di Eracle: 5) Le stalle di Augia; 6) Gli uccelli della palude di Stinfalo
Le dodici fatiche di Eracle: 7) Il toro di Creta; 8) Le cavalle carnivore di Diomede
Le dodici fatiche di Eracle: 9) La cintura di Ippolita, regina delle Amazzoni
Le dodici fatiche di Eracle: 10) Le mandrie di Gerione
Le dodici fatiche di Eracle: 11) I pomi d’oro delle Esperidi
Le dodici fatiche di Eracle: 12) La cattura di Cerbero, il guardiano infernale
Il mito di Eracle (Parte 3 di 11): la morte di Ifito
Il mito di Eracle (Parte 4 di 11): Onfale la regina della Lidia
Il mito di Eracle (Parte 5 di 11): Esione, figlia di Laomedonte
Il mito di Eracle (Parte 6 di 11): la conquista dell’Elide
Il mito di Eracle (Parte 7 di 11): la conquista di Pilo
Il mito di Eracle (Parte 8 di 11): i figli di Ippocoonte e la storia di Auge
Il mito di Eracle (Parte 9 di 11): Deianira
Il mito di Eracle (Parte 10 di 11): Eracle a Trachine
Il mito di Eracle (Parte 11 di 11): la morte di Eracle

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Il mito di Eracle (Parte 11 di 11): la morte di Eracle

Il mito di Eracle (Parte 11 di 11): la morte di Eracle

Il racconto del mito di Eracle è collegato alla nostra recensione della collana “Grandi Miti Greci”, Volume 15: Eracle – L’eroe più popolare

Prima di questo post, se non l’hai ancora letto, leggi: Il mito di Eracle (Parte 10 di 11): Eracle a Trachine

Dopo aver innalzato altari di marmo e consacrato un bosco al padre suo Zeus a Ceneo, Eracle si preparò a un grande sacrificio di ringraziamento per la conquista di Ecalia. Mandò dunque Lica a Trachine per chiedere a Deianira la bella camicia e il mantello che egli indossava sempre in simili occasioni. Deianira, che viveva tranquillamente a Trachine, si era ormai rassegnata all’idea che Eracle si prendesse delle amanti e quando riconobbe in Iole l’ultima di costoro, provò più pietà che rancore per la fatale bellezza che aveva provocato la distruzione di Ecalia. Le parve tuttavia intollerabile che Eracle pretendesse di farla vivere con Iole sotto lo stesso tetto. Poiché non era più giovane, Deianira decise allora di servirsi del supposto talismano d’amore datole da Nesso per assicurarsi l’affetto del marito. Già gli aveva intessuto una nuova camicia per celebrare i sacrifici e, dissuggellata in segreto l’anfora, bagnò un panno di lana nel miscuglio che conteneva e lo strofinò sulla camicia. Quando Lica giunse a palazzo, Deianira chiuse la camicia in un cofano e glielo consegnò dicendo: «Per nessuna ragione esporrai questa camicia alla luce o al calore finché Eracle non la indosserà per il sacrificio». Lica era già partito a tutta velocità sul suo cocchio quando Deianira, guardando il panno di lana che aveva gettato nel cortile, lo vide ardere come paglia mentre una schiuma rossastra ribolliva tra i ciottoli. Resasi conto che Nesso l’aveva ingannata, mandò un messaggero a spron battuto per avvertire Lica e, maledicendo la sua follia, giurò che se Eracle fosse morto non gli sarebbe sopravvissuta. II messaggero giunse troppo tardi al promontorio Ceneo. Eracle aveva già indossato la camicia e sacrificato dodici tori candidi come il fior fiore del suo bottino: in tutto egli aveva portato presso gli altari una mandria di cento capi. Stava versando vino da una coppa e gettando incenso sulle fiamme allorché si lasciò sfuggire un grido, come se fosse stato morso da un serpente. Il calore aveva fatto sciogliere il veleno contenuto nel sangue di Nesso che si diffuse sulle membra di Eracle corrodendogli la carne. Ben presto il dolore divenne lancinante e insopportabile, e Eracle ululante cominciò a correre travolgendo gli altari. Cercò di strapparsi la camicia di dosso, ma questa aderiva alla sua pelle così tenacemente che lacerandosi mise a nudo le ossa. Il sangue sgorgò sibilando e ribollendo come l’acqua di fonte quando si tempra il metallo arroventato. Eracle si tuffò nel fiume più vicino, ma il veleno bruciò ancora più violento. Da allora le acque di quel fiume sono sempre ribollenti e vengono chiamate Termopili, ossia «passaggio caldo».

Lanciandosi su per la montagna e sradicando gli alberi al suo passaggio. Eracle piombò sull’atterrito Lica che se ne stava rannicchiato nel cavo di una roccia, le mani intrecciate attorno alle ginocchia. Invano Lica cercò di discolparsi: Eracle lo agguantò, lo fece girare tre volte sopra la sua testa e lo scaraventò nel mare Eubeo. Colà Lica si trasformò in una roccia di forma umana, che emerge dalle onde a breve distanza dalla riva; i marinai ancor oggi la chiamano Lica e non osano salirvi sopra, perché credono che possa sentire dolore. Dall’esercito, che stava a guardare da lontano, si alzò un grande grido di corruccio, ma nessuno osò avvicinarsi finché, contorcendosi negli spasimi dell’agonia, Eracle chiamò Ilio e chiese di essere portato via per morire in solitudine. Ilio lo condusse ai piedi del monte Età, nella Trachinia, regione famosa per il suo bianco elleboro, poiché l’oracolo delfico l’aveva già indicato a Licinnio e a lolao come il luogo destinato ad accogliere la morte del loro comune amico. Atterrita dalla notizia, Deianira si impiccò o, altri dicono, si trafisse con una spada sul letto nuziale. Il pensiero dominante di Eracle, prima di morire, fu di punire Deianira, ma quando Ilio gli assicurò che era innocente, come il suo suicidio dimostrava, sospirò perdonandole ed espresse il desiderio che Alcrnena e tutti i suoi figli si riunissero attorno a lui per ascoltare le sue ultime parole. Ma Alcrnena si trovava a Tirinto con alcuni dei suoi figli mentre molti altri si erano stabiliti a Tebe. Così Eracle potè rivelare soltanto a Ilio la profezia di Zeus, ormai avveratasi: «Nessun uomo vivente ucciderà mai Eracle; ma un nemico morto segnerà la sua fine». Ilio allora chiese istruzioni e gli fu detto: «Giura sulla testa di Zeus che mi trasporterai sul più alto picco di questa montagna e lassù mi brucerai, senza lamentazioni, su una pira di legno di quercia e di tronchi di oleastro. Parimenti giura di sposare Iole non appena avrai raggiunto la maggiore età». Benché scandalizzato da tali richieste. Ilio promise di rispettarle. Quando tutto fu preparato, Iolao e i suoi compagni si ritirarono a breve che vi fosse appiccato il fuoco. Ma nessuno osò obbedire, finché un pastore eolio che passava di lì per caso, un certo Peante, ordinò a Filottete, il figlio che distanza, mentre Eracle saliva sul rogo funebre e dava ordine aveva avuto da Demonassa, di fare ciò che Eracle gli chiedeva. In segno di gratitudine Eracle lasciò la sua faretra, il suo arco e le sue frecce a Filottete e, quando le fiamme cominciarono a lambire la pira, stese la pelle di leone sulle fascine e vi si sdraiò sopra, il capo appoggiato alla clava: pareva sereno come un ospite inghirlandato seduto a banchetto. Folgori allora caddero dal cielo e ridussero la pira in cenere.

Sull’Olimpo, Zeus si rallegrò per il nobile comportamento del suo figlio favorito. «La parte immortale di Eracle», annunciò, «è al riparo dalla morte, e ben presto sarà accolta in questo luogo benedetto. Ma se qualcuno si risentirà per la sua divinizzazione così ampiamente meritata, costui, sia dio o sia dea, dovrà pure approvarla, volente o nolente.» Tutti gli Olimpi assentirono, ed Era decise di ingoiare quell’insulto, chiaramente diretto contro di lei, perché già aveva deciso di punire Filottete per il suo atto cortese nei riguardi di Eracle, con il morso di una vipera lemnia. Le folgori avevano incenerito la parte mortale di Eracle. Alcrnena non avrebbe più potuto riconoscerne i miseri resti, ma a guisa di un serpente sgusciato fuori dalla vecchia pelle egli apparve al padre divino in tutta la sua maestà. Avvolto in una nube che lo celava agli occhi dei suoi compagni, fra un sordo rombar di tuoni, Zeus lo trasportò in cielo sul suo cocchio tirato da quattro cavalli; lassù Atena, guidandolo per la mano, lo presentò alle altre divinità. Ora Zeus aveva stabilito che Eracle entrasse a far parte dei dodici Olimpi, e tuttavia gli spiaceva di espellere uno degli dei già esistenti per fargli posto. Convinse dunque Era ad adottare Eracle con la cerimonia della rinascita: e cioè, coricatasi, la dea avrebbe finto di essere colta dalle doglie, per poi presentare agli dei Eracle sotto le sue sottane; tale è il rito di adozione ancora in uso presso le tribù barbare, Da quel giorno Era considerò Eracle come suo figlio e lo amò quasi quanto Zeus. Tutti gli dei allora lo accolsero con gioia ed Era gli diede in isposa la sua bella Ebe; da Ebe Eracle ebbe due figli, Alessiare e Aniceto. Eracle in verità si era meritata la sincera gratitudine di Era durante la ribellione dei Giganti uccidendo Pronomo, che aveva cercato di usarle violenza. Eracle divenne così il portiere del cielo, e mai si stanca di montare la guardia presso i cancelli dell’Olimpo, fino al tramonto, in attesa del ritorno di Artemide dalla caccia. La accoglie sorridendo e scarica dal suo cocchio gli animali uccisi, corrugando la fronte e agitando il dito in segno di disapprovazione se vi trova soltanto innocue capre selvatiche o cerbiatti. «Scocca le tue frecce contro i cinghiali», dice allora, «che danneggiano i campi e sradicano gli alberi da frutto; o contro i tori uccisori di uomini o contro i leoni o contro i lupi. Ma che male fanno le capre e i cerbiatti?» Poi ne squarta le carcasse, e voracemente le spolpa dei pezzi migliori.9 Tuttavia, mentre l’Eracle immortale banchetta alla tavola degli dei, la sua ombra mortale vaga nel Tartaro, fra i pallidi morti, con l’arco teso e la freccia incoccata alla corda. Passando sopra la spalla, una cinghia gli attraversa il petto, decorata con terrificanti scene di caccia al leone, all’orso e al cinghiale, e scene di battaglie e massacri.

Quando Iolao e i suoi compagni ritornarono a Trachine, Menezio, il figlio di Attore, sacrificò un ariete, un toro e un cinghiale a Eracle, e istituì il suo culto eroico nella locrese Opunte; i Tebani ben presto lo imitarono; ma gli Ateniesi, guidati dalla gente di Maratona, furono i primi a onorario come dio, e tutti ora seguono il loro glorioso esempio.11 Festo, figlio di Eracle, notò che i Sicioni offrivano a suo padre sacrifici eroici, ma insistette a sacrificare a lui come a un dio. Fino a oggi, tuttavia, la gente di Sicione, dopo aver ucciso un agnello e bruciate le sue cosce sull’altare di Eracle il dio, dedica parte della sua carne a Eracle l’eroe. A Età, egli è onorato col nome di Cornopione perché mise in fuga le cavallette che stavano per abbattersi sulla città; gli Ioni di Eritre invece lo onorano come Eracle Ipoctono, perché distrusse gli ipes, i vermi che attaccano i vigneti in quasi tutte le altre regioni. Si dice che un simulacro tirio di Eracle, ora nel suo tempio di Eritre, lo rappresenti come Eracle il Dattilo. Questo simulacro fu trovato su una zattera che galleggiava nel mare Ionio, al largo di capo Mesate, esattamente a metà strada tra il porto di Eritre e l’isola di Chio. Gli abitanti di Eritre da un lato e quelli di Chio dall’altro logorarono le loro forze per trascinare la zattera ciascuno verso la propria spiaggia, ma invano. Infine un pescatore di Eritre chiamato Formione, e che aveva perduto la vista, sognò che le donne di Eritre dovevano intessere una corda con i loro capelli e con tale corda gli uomini avrebbero potuto tirare la zattera in secco. Le donne della tribù tracia che si era stabilita a Eritre acconsentirono a sacrificare le loro trecce e la zattera raggiunse il lido; soltanto i discendenti di quelle donne possono ora entrare nel santuario dove si conserva la corda. Formione ricuperò la vista ne più la perdette finché visse.

Vai a: Un riassunto di tutti i post sul mito di Eracle

ll mito di Eracle, riassunto dalla versione di Robert Graves ne “I Miti Greci”. Un libro pubblicato da numerose case editrici e che vi consigliamo caldamente. Qua trovate la nostra recensione al volume di Graves

Il piano dell’opera “Grandi Miti Greci” e recensioni agli altri volumi.

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