Category Archives: Dei e Dee

Brevi descrizioni di dee e dèi delle varie mitologie.

Miti della Mesopotamia – IL VIDEO

Miti della Mesopotamia – IL VIDEO

“O Enkidu, fratello mio, | tu fosti la scure al mio fianco, | la forza della mia mano, la spada nella mia cintura, | lo scudo davanti a me, | una veste gloriosa, il mio più leggiadro ornamento; | un Fato malvagio mi ha derubato. | L’onagro e la gazzella | che padre e madre ti furono, | tutte le creature della lunga coda che ti nutrirono | ti piangono, | tutti gli esseri selvatici della piana e dei pascoli; | i sentieri che amavi nella foresta dei cedri | notte e giorno mormorano.” (dall’Epopea di Gilgamesh)

Andreas prosegue, sul suo canale YouTube a narrare e commentare qualche mito. Eccone alcuni della tradizione mesopotamica.

Cosa significa Mesopotamia, chi erano gli Ittiti, i Babilonesi, gli Assiri, i Sumeri. Dove vivevano? E quando? Chi è il saggio Adapa e perché dovette combattere contro l’uccello della tempesta. E come mai gli esseri umani devono subire il mal di denti? Di cosa narra l’epopea di Gilgamesh?

Ecco tutta la narrazione sul canale youtube di Andreas, ISCRIVETEVI AL CANALE! GRAZIE MILLE!

BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE SUI MITI MESOPOTAMICI

  • Mitologia assiro babilonese, a cura di Giovanni Pettinato. Una selezione dei poemi più belli che la cultura mesopotamica ha lasciato, curata dallo storico e assiriologo Giovanni Pettinato. Il volume comprende, fra gli altri, l’Enuma Elis, il poema della creazione, e l’Epopea di Gilgames. Utet oggi pubblica l’ebook di quest’opera con l’apparato critico di riferimento integrato e collegato in modalità ipertestuale.
  • Mitologia sumerica, a cura di Giovanni Pettinato. L’elaborazione della ricca mitologia sumera inizia a partire dal 3200 a.C., frutto dell’immaginario dei popoli che si stabilirono nelle fertili valli tra i fiumi Tigri ed Eufrate, in Mesopotamia. Per primi i sumeri hanno circoscritto la sfera delle idee morali e religiose, oltre a inventare la scrittura, composta di una serie di simboli corrispondenti a idee. L’opera italiana curata dallo storico e assiriologo Giovanni Pettinato esce oggi per Utet in un ebook dotato di apparato critico fruibile in modalità ipertestuale.
  • Uomini e Dèi della Mesopotamia, a cura di Jean Bottero. ESAURITO! Lo trovate in qualche biblioteca o sulle bancarelle di libri usati.
  • L’epopea di Gilgamesh, a cura N. K. Sandars. L’epopea di Gilgameš è un racconto epico della Mesopotamia. Si tratta di una delle più antiche opere letterarie dell’umanità, se non la più antica, di cui la prima versione conosciuta fu scritta in accadico nella Babilonia nel XIX secolo a.C. Scritta in caratteri cuneiformi su tavolette d’argilla, racconta le avventure di Gilgameš, re di Uruk, una figura eroica con forse qualche base storica, nonché una delle divinità infernali dell’antica Mesopotamia.
  • Gilgamesh. Il poema epico babilonese e altri testi in accadico e sumerico, a cura di Andrew George. Emersa dalla tradizione orale dei Sumeri nel terzo millennio a.C., e tramandata per migliaia di anni da molti popoli del Vicino Oriente su tavolette d’argilla scritte in caratteri cuneiformi, l’epopea di Gilgamesh si pone alle origini stesse della letteratura mondiale. Re di Uruk, Gilgamesh è infatti il primo eroe a partire in cerca di avventure, a uccidere mostri, sfidare gli dèi, viaggiare ai confini della terra deciso a conquistarsi con le sue gesta un nome imperituro. Ma quando la morte gli strappa Enkidu, il compagno per eccellenza, Gilgamesh, atterrito e ormai solo, affronta l’impresa che travalica ogni altra: la ricerca del segreto della vita eterna – un segreto che solo Utnapishtim, l’unico sopravvissuto al Diluvio Universale, può insegnargli. Farà infine ritorno a Uruk a mani vuote, ma ricco di una nuova consapevolezza: la morte è il destino ineluttabile che gli dèi hanno assegnato all’uomo, e nel godimento di questa vita effimera risiede la sua sola saggezza.
  • ILLUSTRATO, PER BAMBINI: Gilgamesh, di Annamaria Gozzi. L’epopea di Gilgamesh è il più antico poema epico dell’umanità, la prima forma di scrittura mai conosciuta che ha più di 4.000 anni. Le gesta dell’eroe sumero, incise su tavolette di argilla, furono scoperte in Iraq, l’antica Mesopotamia, la terra dei fiumi dove nacquero le prime civiltà umane, là dove nella antica città di Ninive sorse la prima biblioteca della storia. Età di lettura: da 7 anni.

La Voce delle Muse si è occupata spesso di Mesopotamia. Potete cominciare qua, con Le Muse sui miti della Mesopotamia.

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“FRAMMENTI DI TELEGONIA” – IL VIDEO

“FRAMMENTI DI TELEGONIA” – IL VIDEO

È appena uscito il secondo volume nella sterminata epopea che ha come protagonista TELEGONO, il filgio di Odisseo e della Maga Circe. In occasione dell’uscita, Andreas Barella, una delle Mue de LA VOCE DELLE MUSE, nonché curatore dei due volumi, ha preparato una recensione video sul suo canale MITO E PSICHE. La trovate qua sotto, subito dopo un estratto dalll’introduzione.

DALLA PREFAZIONE AL SECONDO VOLUME: “La mitologia classica nasce nella tradizione orale: per secoli i miti greci furono recitati da aedi e rapsodi durante feste religiose, celebrazioni pubbliche o occasioni conviviali presso ricchi aristocratici. L’aedo era colui che cantava l’epica e la univa a versi creati da lui stesso. Il rapsodo era invece una sorta di attore, recitava i brani che conosceva a memoria: da questa figura si è presumibilmente sviluppato il teatro. Omero, in realtà non menziona mai la differenza tra aedo e rapsodo, tra poeta e attore, tra chi crea e chi racconta. Quel che è certo è che esistevano scuole e corporazioni di narratori e che proprio a Chio, dove i quaderni da cui i miti pubblicati in questa collana sono tratti, aveva sede una famosa scuola. Può darsi che l’Anonimo autore di questi testi si sia trasferito sull’isola proprio in quanto alla ricerca dell’origine della narrazione orale e per ordinare il materiale raccolto in anni di esplorazioni del territorio, insulare e non. L’Anonimo ha quindi intrapreso un lavoro simile a quello di Omero, vale a dire la trascrizione, la trasformazione di un racconto prevalentemente orale in un testo scritto. La differenza maggiore è che i quaderni compilati dall’Anonimo sono delle antologie di spezzoni di miti, dei canovacci da combinare in un racconto più esteso o più breve, a discrezione del narratore. Non sono fatti per essere letti, sono dei compendi da studiare e da combinare in esposizioni sempre diverse. Spesso è necessario cucire i vari capitoli con delle frasi create ad hoc, in quanto nel testo non esistono e si passa da un episodio all’altro senza particolari spiegazioni. Questa libertà nella scelta degli episodi da narrare e del materiale connettivo che è necessario plasmare per dare unità è sia gradevole che fonte di frustrazione per la forzata necessità di dover scegliere cosa narrare e cosa no, quali personaggi tralasciare completamente per delimitare la storia a un racconto più o meno lineare e non infinito e labirintico. Spesso bisogna troncare una strada traversa che incrocia il tessuto principale della narrazione, anche se i risvolti e i personaggi che si decide di lasciare (per ora) nei quaderni dell’Anonimo gridano vendetta al cielo e attendono il loro turno per essere riportati in vita.

Prendere queste decisioni è stato, come detto, difficile ma ci siamo consolati con le parole di Friedrich Wilhelm Radloff che nel 1866 scriveva: “Ogni cantore appena appena abile improvvisa sempre i suoi canti secondo l’ispirazione del momento, così che non è in condizione di recitare due volte un canto in modo perfettamente uguale. […] Egli essendosi esercitato a lungo nella performance ne ha pronte, se così posso dire, un’intera serie di parti, che nel corso del racconto mette insieme nella maniera più adatta. […] L’arte del cantore consiste nel mettere in successione queste parti come è richiesto dal corso degli avvenimenti e nel collegarle con versi composti ex novo. Il cantore sa cantare queste parti in modo assai diverso. Egli è capace di tratteggiare la stessa immagine in pochi tratti veloci o di descriverla più ampiamente o di procedere con epica ampiezza a una descrizione molto dettagliata. […] Un cantore abile può improvvisare su qualsiasi tema, qualsiasi racconto, se gli è chiaro l’andamento della vicenda”. È quello che abbiamo cercato di fare anche noi, con tutti i limiti e le scelte arbitrarie che a volte turbano il nostro sonno. È anche per questo motivo che abbiamo bisogno di voi, care Lettrici e cari Lettori: fateci sapere quali sono i personaggi e i filoni narrativi che volete siano approfonditi. Sarà nostra premura, se nel corpus lasciatoci dall’Anonimo ve ne è traccia, accontentarvi con le storie che più vi appassionano.” (COPYRIGHT ©2023 CASA EDITRICE ERICLEA e ANDREAS BARELLA. Questo testo può essere utilizzato solo citando la fonte e l’autore.)

BUONA VISIONE! ISCRIVETEVI AL CANALE SE NON L’AVETE GIÀ FATTO e mettete MI PIACE al video.

Il primo volume (cartaceo ed ebook) è acquistabile qui.
Il secondo volume è acquistabile qui.

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Le immagini delle Dee – INTERVISTA A MARIJA GIMBUTAS

Le immagini delle Dee – INTERVISTA A MARIJA GIMBUTAS

UN GRANDE CLASSICO RITROVATO! Questa intervista fa parte di una serie di incontri che la studiosa Starr Goode aveva promosso tra il 1986 e il 1991 per esplorare la figura della Grande Dea femminile e le sue connessioni con l’arte antica e l’arte moderna.

Marija Gimbutas è conosciuta per aver studiato le culture del neolitico e l’età del bronzo della cosiddetta Europa Antica, e per l’ipotesi kurganica che colloca la patria originaria protoindoeuropea nelle steppe pontico-caspiche. I suoi lavori, pubblicati tra il 1946 e il 1971, introdussero nuovi punti di vista nell’ambito della linguistica e dell’interpretazione della mitologia, e sfidarono le credenze del tempo sull’età del bronzo. È ritenuta come una delle autorità più rilevanti a livello internazionale riguardo allo studio di questo periodo e innovatrice nel contesto delle tecniche archeologiche del XX secolo.

Qui trovate tutto il lungo e ricco documentario, sul canale youtube di Andreas, ISCRIVETEVI AL CANALE! (Basta cliccare sul rotondino con la faccia di Andreas in alto a sinistra, in seguito su “iscriviti”) GRAZIE MILLE!

BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE IN ITALIANO SU GIMBUTAS

  • Il linguaggio della Dea, di Marija Gimbutas. “Il linguaggio della Dea” (1989), pietra miliare dell’archeomitologia, ha rivoluzionato le prospettive sulle origini della nostra cultura. L’autrice è riuscita a ricostruire la civiltà arcaica dell’Europa Antica e a riportare alla luce la presenza centrale del femminile nella storia. I suoi studi spaziano dal neolitico all’età del bronzo. A sostegno delle sue tesi, esamina i reperti, in parte già noti e in parte da lei stessa dissepolti durante i suoi scavi nel bacino del Danubio e nel nord della Grecia, che comprendono un vastissimo repertorio di oltre 2000 manufatti, tutti riprodotti nel volume, mostrando i nessi dimenticati tra il mondo materiale e quello dei miti di una cultura raffinata, la cui genesi è alle radici del patrimonio culturale dell’Occidente.
  • Le Dee viventi, di Maria Gimbutas. L’ultimo libro scritto da Marija Gimbutas, pubblicato postumo, riassume decenni di ricerca condotta nei più importanti siti del neolitico e del paleolitico superiore europei: il risultato è un’impressionante serie di ritrovamenti che conducono alla ricostruzione di un’ideologia coerente e complessa, incentrata sulla divinità femminile, la “grande dea” della morte e della rigenerazione. Nutrice e sterminatrice, la dea fa convergere su di sé i miti e i riti degli abitanti dell’Europa che precedettero le grandi invasioni indoeuropee (stimate in due ondate, tra il 4000 e il 3000 a.C.).
  • Kurgan, le origini della cultura europea, di Marija Gimbutas. Quella che talvolta si chiama con un po’ di enfasi la “casa europea”, la patria dalle comuni radici, è in realtà, in origine, un terreno di conflitto, di contaminazione, di reciproche influenze, di battaglie e sopraffazioni. Sono qui presentati i testi più rappresentativi di una ricerca durata quasi mezzo secolo, che ha portato Marjia Gimbutas a costruire un affresco appassionante delle civiltà che, incontrandosi e scontrandosi tra il IV e il III millennio a.C., contribuirono a gettare le fondamenta della nostra identità.
  • I Balti, di Marija Gimbutas. Scritto successivamente alla formulazione dell’ipotesi Kurgan, “Balti” è la prima monografia che Marija Gimbutas dedica a una cultura preistorica e ai suoi contatti, intrecci e conflitti con gli invasori venuti dalle steppe uraliche. Il fatto che l’autrice di tale monografìa provenisse proprio dal ceppo di quella cultura preistorica, e avesse visto con i propri occhi gli esiti distruttivi delle invasioni, non può essere considerato una semplice coincidenza.
  • Al cuore dell’Europa. Una rilettura dell’opera di Gimbutas, di Anna Riboldi. A vent’anni dalla morte dell’archeologa lituana Marija Gimbutas, il suo originale contributo alle ricerche archeologiche attende ancora di essere pienamente valorizzato. La sua vasta produzione scientifica, dedicata soprattutto al tema della grande dea madre e alle sue simbologie, grazie alle raffigurazioni plastiche che ella stessa portò in luce durante la sua carriera di archeologa sul campo nei maggiori siti neolitici europei, in questo volume viene analizzata, per la prima volta integralmente, nel significato che essa rivestì in un’epoca in cui le discipline storiche avevano conosciuto un incremento di tecnicismi e nella quale la Gimbutas rappresentò una eccezione assoluta, spesso isolata e dibattuta nella comunità scientifica.

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Il mito di Dioniso a Tebe – IL VIDEO

Il mito di Dioniso a Tebe – IL VIDEO

La Voce delle Muse ha scritto, diretto e animato una parte del mito di Dioniso. Il risultato è uo spettacolo-evento-cena greca dal titolo “ESTASI – QUANDO DIONISO GIUNSE A TEBE”

Dioniso è il dio greco che incarna la ricerca dell’estasi (ex-stasi, fuori dalla stasi), il dono divino che eleva gli esseri mortali dalla realtà ordinaria a un mondo trascendente: la gioia, il vino, il sesso, le danze sfrenate fanno tutte parte del suo bagaglio. Dioniso è anche considerato il padre e l’ispiratore della tragedia greca. Infatti, il primo caso documentato di recitazione risale al 530 a.C., quando l’attore greco Tespi salì sul palco al Teatro di Atene in occasioni delle feste sacre al dio e divenne il primo a parlare come personaggio in una rappresentazione teatrale. Le sue prime parole furono: “Io sono Dioniso!”

In questo nuovo video, Andreas vi racconta la genesi dello spettacolo e… ve ne mostra alcuni estratti. DA NON PERDERE! Buona visione e… mettete mi piace al video!

 

Qua la pagina dedicata interamente all’evento, con foto, trailer e maggiori informazioni
Un’introduzione al dio Dioniso
La narrazione del mito di Dioniso
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Il Mito di Sisifo – IL VIDEO

Il Mito di Sisifo – IL VIDEO

 Andreas Barella Sisifo“Viene sempre il momento in cui bisogna scegliere fra la contemplazione e l’azione. Ciò si chiama diventare un uomo.” (Albert Camus, Il mito di Sisifo)

Andreas ha iniziato, sul suo canale YouTube a narrare e commentare qualche mito. Ecco il primo: LA STORIA DI SISIFO.

Figlio di Eolo e di Enarete, Sisifo appartiene a una delle prime grandi stirpi sulla terra. Vive a Efira, città che lui stesso ha fondato , quella che poi diventerà Corinto. Qui sposa Merope, figlia di Atlante, una delle Pleiadi, che sorgono a segnare i lavori degli uomini, quando è ora di mietere il frumento e tramontano quando è il tempo dell’aratura.

Ecco tutta la narrazione sul canale youtube di Andreas, ISCRIVETEVI AL CANALE! GRAZIE MILLE!

Nel filmato vengono menzionati alcuni libri: qualche dettaglio in più.

Il primo è l’antologia I MITI GRECI di Robert Graves, da cui Andreas trae le versioni dei miti che racconta. Un libro favoloso, stringato e senza fronzoli, che riassume e narra le storie mitologiche nel modo migliore per lavorarci su. Lo trovate qua: Graves, Robert (1955). I Miti Greci. Longanesi.

La Voce delle Muse si è occupata spesso di Graves, scrivendo parecchie recensioni. Potete cominciare qua, con CHI È ROBERT GRAVES?

IL MITO DI SISIFO di Albert Camus. Questo libro, pubblicato nei 1942, quando Camus non aveva ancora trent’anni, intende ripensare “la filosofia dell’assurdo” e si inserisce in una precisa tradizione che, da Kafka a Gide, da Kierkegaard a Nietzsche, offre una altissima testimonianza della crisi spirituale che caratterizza il Novecento.

L’Odissea di Omero, nella godibilissima edizione a cura di Maria Grazia Ciani, in prosa ma con le nuances del poema originale.

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