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I viaggi di Odisseo – Il Regno di Ade – Parte 3 (di 4)

I viaggi di Odisseo – Il Regno di Ade – Parte 3 (di 4)

Il racconto del mito di Odisseo è collegato alla nostra recensione della collana “Grandi Miti Greci”, Volume 6: Ulisse – Il viaggio della ragione.

Prima di questo post, se non l’hai ancora letto, leggi: I Viaggi di Odisseo – Eolo, i Lestrigoni e Circe – Parte 2 (di 4)

Odisseo costrinse i suoi uomini a imbarcarsi, poiché a malincuore essi lasciavano l’isola di Eea per recarsi nella terra di Ade. Circe fece spirare un vento favorevole che li spinse verso il fiume Oceano e gli sperduti limiti del mondo dove i Cimmeri avvolti nella nebbia, cittadini del Perpetuo Crepuscolo, vivono senza godere della luce del sole. Quando avvistarono il bosco di Persefone, Odisseo sbarcò e fece esattamente ciò che Circe gli aveva consigliato di fare. La prima ombra ad apparire sui limite della fossa fu quella di Elpenore, uno dei marinai di Odisseo che pochi giorni prima, addormentatosi ubriaco sul tetto del palazzo di Circe, ne era rotolato giù e si era ucciso; Odisseo che, lasciata Eea in gran fretta s’era accorto troppo tardi dell’assenza di Elpenore, gli promise ora solenni esequie. «Se penso che tu sei giunto qui a piedi più rapidamente di noi con la nave!» esclamò. Ma non permise che Elpenore bevesse un solo sorso di sangue, sordo alle sue imploranti suppliche.

Una frotta d’ombre si riunì frattanto attorno alla fossa, uomini e donne d’ogni età, compresa la madre di Odisseo, Anticlea. Ma egli non volle che alcuno bevesse prima di Tiresia. E Tiresia infine apparve, bevve avidamente il sangue e ammonì Odisseo a tenere sotto stretto controllo i suoi uomini non appena avessero avvistato la Sicilia, perché non fossero tentati di rubare la mandria del Titano solare Iperione. In Itaca, poi, egli doveva attendersi ogni sorta di guai, e benché potesse sperare di vendicarsi dei mascalzoni che stavano dilapidando i suoi beni nell’isola natia, i suoi viaggi non sarebbero finiti. Doveva prendere un remo e caricarselo su una spalla e camminare nell’entroterra finché raggiungesse una regione dove gli uomini non mangiavano carne salata e ignoravano le cose del mare tanto da scambiare il remo per un ventilabro. Sacrificando allora a Poseidone, avrebbe potuto ritornare a Itaca e vivere sereno fino a tarda età. Ma la morte gli sarebbe giunta dal mare.

Ringraziato Tiresia e promessogli il sangue di un’altra pecora nera al suo ritorno in patria, Odisseo permise a sua madre di placare la sete. Essa gli diede notizie di Itaca ma tacque discretamente sul conto dei pretendenti di Penelope. Quando infine si congedò, le ombre di molte regine e principesse si strinsero attorno alla fossa per lambire il sangue. Odisseo fu onorato di conoscere personaggi famosi come Antiope, Giocasta, Doride, Pero, Leda, Ifimedea, Fedra, Procri, Arianna, Mera, Climene ed Erifile.

Si intrattenne poi con un gruppo di vecchi compagni: Agamennone, che gli consigliò di sbarcare a Itaca in segreto; Achille, che si rallegrò all’udire notizie delle imprese di suo figlio Nettolemo, e il Grande Aiace, che ancora gli serbava rancore e si allontanò cupo in volto. Odisseo vide inoltre Minosse che giudicava le ombre, Orione intento a cacciare, Tantalo e Sisifo torturati ed Eracle (o meglio l’ombra di Eracle, poiché Eracle stesso banchettava tra gli dei immortali) che lo commiserò per le sue fatiche, paragonandole alle proprie.

Odisseo ritornò dunque a Eea, dove diede sepoltura al corpo di Elpenore e piantò un remo sul tumulo in suo ricordo. Circe lo accolse sorridendo: «Quale ardire hai mostrato visitando la terra di Ade!» disse. «Una sola morte spetta alla maggior parte degli uomini, ma tu ora ne avrai due!» Lo avverti poi che sarebbe passato presso l’Isola delle Sirene, le cui belle voci incantano i marinai. Codeste figlie di Acheloo o di Forci e della Musa Tersicore o Sterope, figlia di Portaone, avevano volti di fanciulle ma zampe e piume d’uccello, e a proposito di questa loro caratteristica si raccontano varie storie: a esempio, che esse stavano giocando con Core quando Ade la rapì e che Demetra, irata perché non erano accorse in aiuto di sua figlia, fece spuntare penne sui loro corpi e ordinò: «Andate a cercare Core in tutto il mondo!» Oppure che Afrodite le trasformò in uccelli perché orgogliosamente rifiutavano di sacrificare la loro verginità a dei o a uomini mortali. Non avevano più la possibilità di volare dal giorno in cui le Muse le avevano sconfitte in una gara di canto, strappando poi loro le ali per farsene delle corone. Ora sedevano cantando in un prato, tra le ossa sbiancate dei marinai che avevano trascinato alla morte. «Tura con cera le orecchie dei tuoi uomini», consigliò Circe a Odisseo, «e se davvero sei curioso di udire i canti delle Sirene fatti legare dai marinai all’albero maestro e inducili a giurare di non scioglierti, per quanto tu li supplichi o li minacci». Quando Odisseo si congedò da lei, Circe lo mise in guardia contro altri pericoli che lo attendevano e infine egli salpò, di nuovo favorito dal vento.

Vai a: I Viaggi di Odisseo – Le Sirene, Calipso, i Feaci – Parte 4 (di 4)

I Viaggi di Odisseo, riassunti dalla versione di Robert Graves ne “I Miti Greci”. Un libro pubblicato da numerose case editrici e che vi consigliamo caldamente. Qua trovate la nostra recensione al volume di Graves

Il piano dell’opera “Grandi Miti Greci” e recensioni agli altri volumi.

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Fidarsi o non fidarsi? – Appesi alla luna – lunedì 4 giugno 2018

Fidarsi o non fidarsi? – Appesi alla luna – lunedì 4 giugno 2018

Avere un’intima convinzione che tutto vada bene, credere nella bontà delle persone e nella loro buonafede: questa è la fiducia. Nel salotto serale di Rete Uno, Isabella Visetti e Marco Di Gioia riflettono attorno alla fiducia, il collante indispensabile di ogni relazione, uno dei punti cardine assieme al rispetto dei rapporti umani.

Se ci si pensa, niente può essere senza fiducia, ma avere fiducia e nutrire la fiducia non è più così scontato. E allora è meglio fidarsi degli altri oppure meglio proteggersi da possibili delusioni? E quando le inevitabili delusioni arrivano, come cambiano il nostro approccio alla vita e al mondo? Come prendere il buono anche dai tradimenti della nostra fiducia?

Andreas Barella de La Voce delle Muse, racconterà la storia di Agamennone, il re dei re e del suo tradimento nei confronti della figlia Ifigenia (qui trovate il testo dell’episodio mitologico), oltre a parlare delle reazioni possibili al tradimento della fiducia e come cominciare a percorre la via del perdono, l’unica via che permette di ristabilire una fiducia costruttiva e adulta. Ospite in studio anche Nicoletta Todesco, psicologa del lavoro. Questa puntata è l’ultima prima delle vacanze estive. Arrivederci a settembre!

Prima parte della trasmissione. Seconda parte della trasmissione.

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Tradimento della fiducia: Agamennone e Ifigenia

Tradimento della fiducia: Agamennone e Ifigenia

José De Cañizares, Il sacrificio di Ifigenia

Nella puntata del 4 giugno 2018 di Appesi alla Luna, salotto serale di Rete Uno della Radio Svizzera italiana, Andreas Barella de La Voce delle Muse, ha raccontato il mito di Agamennone e Ifigenia, nell’ambito di una puntata sulla fiducia e sul tradimento della stessa. Qui trovate la trasmissione.

Nella regione dell’Aulide, in Grecia, l’esercito dei Greci, capitanato da Agamennone e Menelao è bloccato. Dovrebbe partire per Troia, dove Paride ha portato la bella Elena, sposa di Menelao, re di Sparta. Paride ha ricevuto Elena in premio da Afrodite per aver decretato che era la più bella tra lei stessa, Era e Atena. Afrodite gliel’ha consegnata, ma c’è il piccolo problema che Elena era già sposata con Menelao, e Paride rapisce la donna mentre è ospite del re di Sparta, infrangendo la sacra legge degli ospiti. Menelao e il fratello Agamennone, decidono di vendicare l’onore dei Greci e decidono di mettere assieme un grande esercito per andare a riprendersi la donna a Troia, patria di Paride, che è anche il figlio del re Priamo.

Ma, dicevamo, i Greci sono bloccati sulla spiaggia. Infatti il mare è misteriosamente divenuto burrascoso e la partenza delle navi è impossibile. Dato che non si sa come fare, Agamennone chiede all’indovino Calcante di rivelargli il responso degli Dei. Il responso è chiarissimo: la dea Artemide è infuriata con il re Agamennone per un’offesa recatale giorni prima durante una caccia, visto che il figlio di Atreo si era vantato di essere il più grande cacciatore della Terra e perfino dell’Olimpo. Menelao, fratello di Agamennone, lo ingiuria, visto che adesso la partenza è impossibilitata da ciò e che così la sua sposa sarà irraggiungibile a Troia. Agamennone replica a sua modo agli insulti, finché i due fratelli non incominciano a insultarsi riguardo alle loro posizioni politiche e ai loro domini della Grecia.

Clitennestra, moglie di Agamennone, prova a sedare la rissa, ma è inutile. Interviene sulla scena sempre l’indovino Calcante che ha in mente una nuova profezia: a causa dell’ira della dea Artemide, la quiete del mare dovrà essere pagata con un terribile sacrificio: quello della ragazza Ifigenia, la figlia minore di Agamennone dopo Elettra e Oreste. Clitennestra sviene dalla paura, mentre Agamennone riprende a litigare con Menelao, il quale gli suggerisce di non continuare le risse ma piuttosto di affrontare il problema chiamando i fidati Ulisse e Diomede, amici inseparabili. Costoro andranno a prelevare Ifigenia (ancora ignara di tutto) dal suo palazzo, con la scusa che deve partire per l’isola di Ftia dove l’attende il valoroso Achille, pronto a sposarla. Ifigenia tutta contenta si fa guidare da Diomede e Ulisse fino alla piazza della città, dove l’attende un sacerdote, pronto a compiere il sacrificio. Quando Ifigenia si accorge dell’amara realtà, cerca di svincolarsi, ma poi tremante si fa condurre all’altare, pronta a favorire il volere degli Dei. Agamennone non osa guardare e nemmeno Clitennestra, che lo maledice sottovoce e medita già la vendetta dopo il ritorno del re da Troia (che avverrà dopo ben dieci anni).

Dopo la morte della ragazza, sulla scena sopraggiunge Achille, il quale è stato avvertito dell’inganno mosso contro Ifigenia. Egli è irato per essere stato citato in quella situazione familiare e per di più si mette a insultare con violenza Agamennone, che ha osato uccidere sua figlia solo per andare a Troia per il potere. Agamennone lo maledice (ma la vera lite tra i due avverrà sulle spiagge di Troia, e sarà la cornice in cui si svolge l’Iliade, che si apre proprio con le parole “Cantami, o Diva, del pelide Achille / l’ira funesta…”) e poi si mette a discutere di nuovo furiosamente con Menelao. Achille esprime il suo dissenso e il suo odio fondato per la politica e per i politici e si allontana verso la sua nave. La lite tra i due continua finché tutti i greci non decidono finalmente di partire affranti per la perdita di Ifigenia per l’Oriente a Troia.

In un’altra versione, Artemide all’ultimo momento salva la ragazza sostituendola con una cerva bianca, che viene sacrificata al suo posto (vedi immagine di questo post). Ifigenia viene trasportata dalla dea nella Colchide, dove diviene una sacerdotessa del culto della dea armata di arco. Il fratello Oreste la incontrerà assieme a Pilade nel corso del suo viaggio iniziatico.

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I grandi miti greci, ogni settimana con il Corriere della Sera

I grandi miti greci, ogni settimana con il Corriere della Sera
I grandi miti greci, ogni settimana con il Corriere della Sera

Vi segnaliamo che in edicola, ogni settimana al martedì, assieme al Corriere della Sera, vengono pubblicati degli agili libretti su un personaggio specifico della mitologia greca. Le uscite sono 30 e i protagonisti sono elencati più sotto. La presentazione ufficiale della collana: “Dalle avventure di Eracle alla tragedia di Antigone, dagli enigmi della Sfinge al giudizio di Paride: Corriere della Sera presenta Grandi miti greci, una collana di monografie dedicate agli eroi e agli dèi della mitologia ellenica, appositamente scritte da autorevoli docenti universitari con la curatela di Giulio Guidorizzi. In ogni libro, la ricostruzione del mito, gli autori e le opere che nei secoli se ne sono occupati, una sezione antologica con i testi più rappresentativi e utili apparati critici. Immergiti in un mondo di storie antiche quanto la cultura occidentale, imprese intramontabili e personaggi mitici che da più di due millenni nutrono il nostro immaginario. Le grandi storie sono eterne.”

Noi le stiamo leggendo e vale proprio la pena. In una prima sezione vi è il racconto e l’analisi del mito; in una seconda sezione vi sono gli sviluppi nell’arte del mito trattato: musica, quadri, libri, piéce teatrali ispirate dal mito vengono raccontate e commentate. In una terza sezione vi sono poi degli estratti della storia dalle opere più famose che ne hanno trattato. Una ricca bibliografia e sitografia completa ogni volumetto, che si legge in un paio di ore e lascia l’anima leggera e soddisfatta. Una lettura consigliata. Non è detto che traendo spunto da questa bella iniziativa non ci metteremo in futuro a recensire qualche volume o a fare delle entrate qua sul blog sui vari dèi, dee, eroi. Man mano che lo faremo, potete cliccare sui vari link.

Ogni volume ha un curatore diverso, che indicheremo nei vari post. L’intera collana di trenta volumi è a cura di Giulio Guidorizzi. Guidorizzi è grecista, traduttore, studioso di mitologia classica e antropologia del mondo antico. Ha scritto numerosi libri sulla mitologia. Noi vi consigliamo, per iniziare, il suo bellissimo Il mito greco (in due volumi, usciti nel 2009 e nel 2012).

Il piano dell’opera (ogni volume costa 7,90 Euro e li trovate sul sito del Corriere della Sera). NOVITÀ NOVEMBRE 2021: ATTUALMENTE LA COLLANA È DISPONIBILE SUL SITO DEL CORRIERE, NON SAPPIAMO FINO A QUANDO.

  1. Edipo – Il gioco del destino
  2. Dioniso – L’esaltazione dello spirito
  3. Apollo – La divina bellezza
  4. Zeus – Le origini del mondo
  5. Arianna – Le insidie dell’amore
  6. Orfeo – La nascita della poesia
  7. Ulisse – Il viaggio della ragione
  8. Medea – La condizione femminile
  9. Prometeo – Il dono del fuoco
  10. Antigone – La ragione di stato
  11. Fedra – L’insana passione
  12. Ade e Persefone – Gli dèi degli inferi
  13. Enea – L’eroe di una nuova dinastia
  14. Circe – La seduzione e la magia
  15. Eracle – L’eroe più popolare
  16. Teseo – Lo stato e le donne
  17. Elena – La bellezza che genera la guerra
  18. Afrodite – La primavera dell’amore
  19. Achille – Il guerriero vulnerabile
  20. Narciso – La morte, lo specchio e l’amore
  21. Atena – La dea invincibile
  22. Poseidone – La forza del profondo
  23. Le Sirene – Incanto e seduzione
  24. Ettore – L’eroe e la sua sposa
  25. Artemide – La natura selvaggia
  26. Giasone – La verità su un eroe
  27. Agamennone – Il re dei re
  28. Perseo – L’audacia dell’avventura
  29. Hermes – Il dio dell’astuzia
  30. Sisifo – I grandi peccatori

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