Care amiche e cari amici,
ci sono voluti diversi anni, ma alla fine ce l’abbiamo fatta: abbiamo recensito e raccontato i miti contenuti nella bella collana I Grandi Miti Greci, composta da trenta agili volumetti che introducono nuovi lettori, ma che sono allettanti anche per gli esperti, ai grandi protagonisti del mito greco (un po’ sottorappresentate le protagoniste femminili a dir la verità. Dieci titoli su trenta: si può fare meglio), e di recensirla fornendo in altri post un ricco apparato delle storie mitologiche trattate nei volumi. Nel frattempo, ahimé, la collana è fuori catalogo e bisognerà attendere una nuova ristampa. I volumi sono apparsi a più riprese nelle edicole, in abbinamento al Corriere della Sera e ad altri periodici.
NOVITÀ NOVEMBRE 2021: ATTUALMENTE LA COLLANA È DISPONIBILE SUL SITO DEL CORRIERE, NON SAPPIAMO FINO A QUANDO.
Visto che abbiamo concluso il lavoro, qua sotto trovate per vostra comodità l’elenco dei post pubblicati, con tutti gli approfondimenti: sono circa 115 contributi. Siamo fieri di noi! BUONA LETTURA, AMICHE E AMICI!
La presentazione ufficiale della collana: “Dalle avventure di Eracle alla tragedia di Antigone, dagli enigmi della Sfinge al giudizio di Paride: vi presentiamo I Grandi Miti Greci, una collana di monografie dedicate agli eroi e agli dèi della mitologia ellenica, appositamente scritte da autorevoli docenti universitari con la curatela di Giulio Guidorizzi. In ogni libro, la ricostruzione del mito, gli autori e le opere che nei secoli se ne sono occupati, una sezione antologica con i testi più rappresentativi e utili apparati critici. Immergiti in un mondo di storie antiche quanto la cultura occidentale, imprese intramontabili e personaggi mitici che da più di due millenni nutrono il nostro immaginario. Le grandi storie sono eterne.”
Una lettura che vale proprio la pena. In una prima sezione vi è il racconto sintetico e l’analisi del mito; in una seconda sezione vi sono gli sviluppi nell’arte del mito trattato: musica, quadri, libri, piéce teatrali ispirate dal mito vengono raccontate e commentate. In una terza sezione vi sono poi degli estratti della storia dalle opere più famose che ne hanno parlato. Una ricca bibliografia e sitografia completa ogni volumetto, che si legge in un paio di ore e lascia l’anima leggera e soddisfatta. Una lettura consigliata. L’intera collana di trenta volumi è a cura di Giulio Guidorizzi. Guidorizzi è grecista, traduttore, studioso di mitologia classica e antropologia del mondo antico. Ha scritto numerosi libri sulla mitologia. Noi vi consigliamo, per iniziare, il suo bellissimo Il mito greco (in due volumi, usciti nel 2009 e nel 2012).
- Edipo – Il gioco del destino
- Dioniso – L’esaltazione dello spirito
- Apollo – La divina bellezza
- Zeus – Le origini del mondo
- Arianna – Le insidie dell’amore
- Orfeo – La nascita della poesia
- Ulisse – Il viaggio della ragione
- I viaggi di Odisseo – Partenza e Polifemo – Parte 1 (di 4)
- I viaggi di Odisseo – Eolo, i Lestrigoni e Circe – Parte 2 (di 4)
- I viaggi di Odisseo – Il Regno di Ade – Parte 3 (di 4)
- I viaggi di Odisseo – Le Sirene, Calipso, i Feaci – Parte 4 (di 4)
- Odisseo torna a Itaca – Parte 1 (di 2)
- Odisseo torna a Itaca – Parte 2 (di 2)
- Telegono, il figlio di Odisseo e della Maga Circe
- Medea – La condizione femminile
- Prometeo – Il dono del fuoco
- Antigone – La ragione di stato
- Fedra – L’insana passione
- Ade e Persefone – Gli dèi degli inferi
- Enea – L’eroe di una nuova dinastia
- Il mito di Enea – Origini e Guerra di Troia – Parte 1 (di 3)
- Il mito di Enea – Fuga da Troia, lungo viaggio per mare, il Lazio – Parte 2 (di 3)
- Il mito di Enea – Riassunto scolastico dell’Eneide – Parte 3 (di 3)
- L’Eneide – Introduzione
- L’Eneide – Il pio Enea
- L’Eneide – Quale versione leggere?
- L’Eneide – Turno, il re guerriero
- L’Eneide – Venere vs. Giunone
- L’Eneide – Son pensieri in libertà
- L’Eneide – Le vittime guerriere
- Circe – La seduzione e la magia
- Eracle – L’eroe più popolare
- Il mito di Eracle (Parte 1 di 11): nascita e giovinezza
- Il mito di Eracle (Parte 2 di 11): prime avventure e la pazzia
- Le dodici fatiche di Eracle: 1) Il leone di Nemea; 2) L’idra di Lerna
- Le dodici fatiche di Eracle: 3) La cerva di Cerinea; 4) Il cinghiale Erimanzio
- Le dodici fatiche di Eracle: 5) Le stalle di Augia; 6) Gli uccelli della palude di Stinfalo
- Le dodici fatiche di Eracle: 7) Il toro di Creta; 8) Le cavalle carnivore di Diomede
- Le dodici fatiche di Eracle: 9) La cintura di Ippolita, regina delle Amazzoni
- Le dodici fatiche di Eracle: 10) Le mandrie di Gerione
- Le dodici fatiche di Eracle: 11) I pomi d’oro delle Esperidi
- Le dodici fatiche di Eracle: 12) La cattura di Cerbero, il guardiano infernale
- Il mito di Eracle (Parte 3 di 11): la morte di Ifito
- Il mito di Eracle (Parte 4 di 11): Onfale la regina della Lidia
- Il mito di Eracle (Parte 5 di 11): Esione, figlia di Laomedonte
- Il mito di Eracle (Parte 6 di 11): la conquista dell’Elide
- Il mito di Eracle (Parte 7 di 11): la conquista di Pilo
- Il mito di Eracle (Parte 8 di 11): i figli di Ippocoonte e la storia di Auge
- Il mito di Eracle (Parte 9 di 11): Deianira
- Il mito di Eracle (Parte 10 di 11): Eracle a Trachine
- Il mito di Eracle (Parte 11 di 11): la morte di Eracle
- La Voce delle Muse ed Eracle
- Andreas Barella sul Mitologia Express vi introduce al mito di Eracle
- Teseo – Lo stato e le donne
- Elena – La bellezza che genera la guerra
- Afrodite – La primavera dell’amore
- Achille – Il guerriero vulnerabile
- Narciso – La morte, lo specchio e l’amore
- Atena – La dea invincibile
- Poseidone – La forza del profondo
- Le Sirene – Incanto e seduzione
- Ettore – L’eroe e la sua sposa
- Artemide – La natura selvaggia
- Giasone – La verità su un eroe
- Agamennone – Il re dei re
- Perseo – L’audacia dell’avventura
- Hermes – Il dio dell’astuzia
- Sisifo – I grandi peccatori
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Il racconto del mito di Sisifo è collegato alla nostra recensione della collana “Grandi Miti Greci”, Volume 30:
Sisifo fondò Efira, più tardi chiamata Corinto, e la popolò con uomini nati dai funghi, a meno che, come altri narrano, quel regno non gli fosse stato donato da Medea. I suoi contemporanei lo giudicavano il peggior furfante della terra, e gli riconoscevano soltanto il merito di aver sviluppato a Corinto il commercio e la navigazione. Quando, alla morte di Eolo, Salmoneo usurpò il trono tessalico. Sisifo, che era il legittimo erede, consultò l’oracolo di Delfi e gli fu detto: «Genera figli in tua nipote; essi ti vendicheranno!» Egli allora sedusse Tiro, figlia di Salmoneo, ma quando Tiro si accorse che Sisifo non era stato mosso da amore per lei, ma da odio per il padre suo, uccise i due figli che da lui aveva avuti.
“Viene sempre il momento in cui bisogna scegliere fra la contemplazione e l’azione. Ciò si chiama diventare un uomo.” (Albert Camus, Il mito di SIsifo)
Il racconto del mito di Hermes è collegato alla nostra recensione della collana “Grandi Miti Greci”, Volume 29:
Sopraggiunse Apollo, che era riuscito a identificare il ladro dopo aver osservato con attenzione lo strano comportamento di un uccello dalle lunghe ali. Entrato nella grotta egli svegliò Maia e le disse con voce severa che Hermes doveva restituirgli la mandria. Maia indicò il fanciullo, ancora avvolto nelle fasce e che fingeva di dormire tranquillamente. «Le tue accuse sono assurde» gridò. Ma Apollo aveva già visto che le pelli appese a disseccare appartenevano a due delle sue bestie. Agguantò dunque Hermes, lo portò sull’Olimpo e lo accusò formalmente di furto, presentando come prova le pelli. Zeus cui ripugnava di credere che il suo figlioletto appena nato fosse un ladro, invitò Hermes a dichiararsi innocente, ma Apollo non si lasciò abbindolare ed Hermes, alla fine, cedette e confessò. «Vieni con me», disse ad Apollo, «e riavrai le tue bestie. Ne ho uccise soltanto due, tagliandole in dodici parti uguali da sacrificare ai dodici dei». «Dodici dei?» chiese Apollo stupito, «e chi sarebbe il dodicesimo?» «Il tuo servo, signore», replicò Hermes con finta modestia, «e ti assicuro che ho mangiato soltanto la mia parte, benché avessi una gran fame, bruciando sull’altare le altre undici». Quello fu il primo sacrificio cruento in onore degli dei. I due dei ritornarono sul monte Cillene dove Hermes salutò sua madre e andò a frugare sotto una pelle di capra per prendere qualcosa che aveva nascosto. «Che hai lì?» chiese Apollo. Per tutta risposta, Hermes gli mostrò la lira che aveva appena ricavata da un guscio di tartaruga, e suonò una melodia così bella, servendosi del plettro, e cantò una canzone così lusinghiera elogiando l’intelligenza, la nobiltà e la generosità di Apollo, che ottenne subito il perdono. Sempre suonando e cantando, Hermes guidò verso Pilo il deliziato Apollo e gli restituì la mandria che aveva nascosta in una grotta. «Facciamo un baratto», disse Apollo, «io ti lascio la mandria in cambio della lira». «D’accordo», rispose Hermes, e suggellarono il patto con una stretta di mano. Mentre le vacche pascolavano pigramente, Hermes tagliò una canna, ne fece uno zufolo da pastore e suonò un’altra melodia. E Apollo, di nuovo deliziato, gridò: «Facciamo un baratto! Tu mi dai lo zufolo e io ti do il bastone dorato che uso per radunare il bestiame; in futuro tu sarai il dio di tutti i mandriani e di tutti i pastori». «II mio zufolo vale più del tuo bastone», replicò Hermes, «ma accetto di fare il baratto se mi insegni l’arte augurale, che mi sembra molto utile». «Questo non lo posso fare», replicò Apollo, «ma se andrai dalle mie vecchie nutrici, le Trie che vivono sul Parnaso, esse ti insegneranno a leggere il futuro nei sassolini». Si strinsero di nuovo la mano e Apollo, riportato il fanciullo sull’Olimpo, raccontò a Zeus l’accaduto.
Zeus invitò Hermes a rispettare d’ora in poi la proprietà altrui e a non dire spudorate bugie; ma non poté trattenersi dal sorridere. «Mi pare che tu sia un piccolo dio molto ingegnoso, eloquente e persuasivo», disse. «E allora fa’ di me il tuo araldo, o Padre», rispose Hermes. «Io custodirò i beni divini e non dirò mai bugie, benché non possa promettere di dire sempre tutta la verità.» «Da te non me la potrei aspettare», rise Zeus, «ma i tuoi compiti non si limiteranno a questo. Dovrai presiedere alla stipulazione dei trattati, favorire i commerci e proteggere i viaggiatori su tutte le strade del mondo». Hermes accettò le condizioni e Zeus gli diede una verga da araldo adorna di bianchi nastri, che tutti avrebbero dovuto rispettare; un berretto rotondo che gli riparasse il capo dalla pioggia e aurei sandali alati che l’avrebbero portato dovunque con la rapidità del vento. Egli fu accolto con entusiasmo dalla famiglia degli dèi olimpi e insegnò loro ad accendere il fuoco facendo roteare rapidamente un bastoncino nella fessura di un ceppo.
In seguito, le Trie insegnarono a Hermes come predire il futuro osservando la disposizione dei sassolini in un catino pieno d’acqua, ed egli stesso inventò poi il gioco divinatorio degli astragali. Anche Ade si servì di lui come araldo, perché facilitasse il trapasso dei morenti in modo eloquente, e gentile, appoggiando sui loro occhi la sua verga d’oro. Hermes aiutò le tre Moire a comporre l’alfabeto, inventò l’astronomia, la scala musicale, l’arte del pugilato e della ginnastica, la bilancia e le misure di capacità (invenzione che altri attribuiscono a Palamede) e la coltivazione dell’olivo. Taluni ritengono che la lira inventata da Hermes avesse sette corde; altri che ne avesse soltanto tre, corrispondenti alle stagioni o quattro, corrispondenti alle quattro parti dell’anno, e che Apollo portò il loro numero a sette. Hermes ebbe molti figli, fra i quali ricordiamo Echione, l’araldo degli Argonauti; Autolico, il ladro; e Dafni, l’inventore della poesia bucolica. Codesto Dafni era un bel giovane siciliano e sua madre, una ninfa, lo abbandonò in un bosco d’allori sulla montagna di Era; ecco il perché del nome che gli fu dato dai pastori, suoi genitori adottivi. Pan gli insegnò a suonare lo zufolo; egli era il beniamino di Apollo e cacciava spesso in compagnia di Artemide, che gradiva il suono della sua musica. Dedicava gran cura alla sua mandria, che era della stessa stirpe della mandria di Elio. Una ninfa chiamata Nomia gli fece giurare di non esserle mai infedele, sotto pena di venire accecato; ma la rivale di Nomia, Chimera, riuscì a sedurre Dafni ubriaco, e Nomia lo accecò mettendo in atto la sua minaccia. Dafni si consolò per la perdita della vista suonando tristi canzoni, ma non sopravvisse a lungo. Hermes lo trasformò in una pietra che ancora si vede presso la città di Cefalenitano; e fece sgorgare a Siracusa una fontana che porta il nome di Dafni: colà ogni anno si offrono sacrifici.
“Nato il mattino, a mezzogiorno già suonava la cetra, e la sera rubò le vacche di Apollo arciere; il giorno in cui Maia lo partorì era il quarto del mese.” (Inno omerico a Hermes)