Il mito di Sisifo

Il mito di Sisifo

Il racconto del mito di Sisifo è collegato alla nostra recensione della collana “Grandi Miti Greci”, Volume 30: Sisifo – I grandi peccatori.

Sisifo, figlio di Eolo, sposò una figlia di Atlante, Merope, la Pleiade, che gli generò Glauco, Ornizione e Sinone; egli possedeva una bella mandria di bestiame sull’istmo di Corinto. Nei pressi viveva Autolico, figlio di Chione, il cui fratello gemello, Filammone, era stato generato da Apollo, benché Autolico si vantasse di avere per padre Ermes. Ora, Autolico era un vero maestro nell’arte del furto, poiché Ermes gli aveva conferito il potere di trasformare le bestie che rubava, mutando le bianche in nere e quelle senza corna in cornute o viceversa. E Sisifo, pur essendosi accorto che la propria mandria diveniva sempre più esigua, mentre i capi della vicina mandria di Autolico aumentavano sempre più, non riuscì a raccogliere le prove per accusarlo di furto; un giorno pensò dunque di incidere all’interno degli zoccoli dei suoi animali il monogramma SS o, come altri dicono, le parole «Rubata da Autolico». Quella notte Autolico fece man bassa come al solito, e all’alba le impronte degli zoccoli lungo il sentiero fornirono a Sisifo la prova che gli occorreva per denunciare il furto ai vicini. Tutti assieme si recarono alle stalle di Autolico, dove Sisifo riconobbe le sue bestie per via dei segni incisi sugli zoccoli e, lasciando i vicini a discutere col ladro, si precipitò nella casa, entrò dalla porta principale e, mentre fuori ferveva la disputa, sedusse Anticlea, figlia di Autolico e moglie di Laerte l’Argivo. Anticlea gli generò Odisseo, e le circostanze in cui costui fu concepito bastano a spiegare la sua straordinaria astuzia e il suo soprannome «Ipsipilo».

Sisifo fondò Efira, più tardi chiamata Corinto, e la popolò con uomini nati dai funghi, a meno che, come altri narrano, quel regno non gli fosse stato donato da Medea. I suoi contemporanei lo giudicavano il peggior furfante della terra, e gli riconoscevano soltanto il merito di aver sviluppato a Corinto il commercio e la navigazione. Quando, alla morte di Eolo, Salmoneo usurpò il trono tessalico. Sisifo, che era il legittimo erede, consultò l’oracolo di Delfi e gli fu detto: «Genera figli in tua nipote; essi ti vendicheranno!» Egli allora sedusse Tiro, figlia di Salmoneo, ma quando Tiro si accorse che Sisifo non era stato mosso da amore per lei, ma da odio per il padre suo, uccise i due figli che da lui aveva avuti.

Dopo che Zeus ebbe rapito Egina, suo padre, il fiume Asopo, giunse a Corinto in cerca di lei. Sisifo sapeva benissimo che cosa fosse accaduto a Egina ma non volle dire nulla finché Asopo non promise di far scaturire nella cittadella di Corinto una fonte d’acqua perenne. Asopo fece zampillare la fonte Pirene dietro il tempio di Afrodite, dove sorgono ora i simulacri della dea in armi, del Sole e di Eros l’arciere. E Sisifo gli narrò l’accaduto. Zeus, che era sfuggito a fatica alla collera di Asopo, ordinò a suo fratello Ade di trascinare Sisifo nel Tartaro e di infliggergli una punizione eterna per aver tradito i segreti degli dèi. Tuttavia, Sisifo riuscì a trarre in inganno Ade e lo chiuse nei ceppi a lui destinati pregandolo di mostrargli come funzionavano. Così Ade rimase prigioniero nella casa di Sisifo per alcuni giorni (e si creò una situazione gravissima perché nessuno poteva morire, nemmeno i decapitati) finché Ares, che vedeva minacciati i propri interessi, non giunse a liberarlo consegnandogli Sisifo prigioniero. Ma Sisifo aveva un altro trucco in mente. Prima di discendere al Tartaro, disse a sua moglie Merope di non seppellirlo e, appena varcata la soglia del palazzo di Ade, si recò immediatamente dinanzi a Persefone e le disse che, poiché il suo corpo non era stato sepolto, egli sarebbe dovuto rimanere sulla riva più remota dello Stige. «Lasciatemi ritornare nel mondo dei vivi», insistette, «provvederò al mio funerale e punirò l’incuria dei miei familiari. La mia presenza qui è illegittima. Tornerò fra tre giorni». Persefone si lasciò ingannare e concesse a Sisifo ciò che egli le chiedeva. Ma appena fu tornato alla luce del sole. Sisifo non mantenne la promessa fatta a Persefone e Ade fu costretto a ricondurlo al Tartaro con la forza.

ll mito di Sisifo, riassunto dalla versione di Robert Graves ne “I Miti Greci”. Un libro pubblicato da numerose case editrici e che vi consigliamo caldamente. Qua trovate la nostra recensione al volume di Graves

Il piano dell’opera “Grandi Miti Greci” e recensioni agli altri volumi.

Cosa facciamo noi de La Voce delle Muse
Ti piacciono i nostri post? Vuoi sostenerci con un piccolo contributo? Offrici un caffè

Comments are closed.