Category Archives: Recensioni

“L’etica del viandante” di UMBERTO GALIMBERTI – RECENSIONE VIDEO

“L’etica del viandante” di UMBERTO GALIMBERTI – RECENSIONE VIDEO

La recensione al volume di Umberto Galimberti uscito a settembre 2023. “L’Occidente ha due radici: il mondo greco e la tradizione giudaico-cristiana. Per quanto dischiudano orizzonti completamente diversi, entrambi descrivono un mondo dotato di ordine e stabilità. Ma noi viviamo nell’età della tecnica. È finito l’incanto del mondo tipico degli antichi. È finito anche il disincanto dei moderni, che ancora agivano secondo un orizzonte di senso e un fine. La tecnica non tende a uno scopo, non apre scenari di salvezza, non svela la verità: la tecnica funziona. L’etica, come forma dell’agire in vista di fini, celebra la sua impotenza. Il mondo è ora regolato dal fare come pura produzione di risultati. L’unica etica possibile, scrive Umberto Galimberti, è quella del viandante. A differenza del viaggiatore, il viandante non ha meta. Il suo percorso nomade, tutt’altro che un’anarchica erranza, si fa carico dell’assenza di uno scopo. Il viandante spinge avanti i suoi passi, ma non più con l’intenzione di trovare qualcosa, la casa, la patria, l’amore, la verità, la salvezza.

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“FRAMMENTI DI TELEGONIA” – IL VIDEO

“FRAMMENTI DI TELEGONIA” – IL VIDEO

È appena uscito il secondo volume nella sterminata epopea che ha come protagonista TELEGONO, il filgio di Odisseo e della Maga Circe. In occasione dell’uscita, Andreas Barella, una delle Mue de LA VOCE DELLE MUSE, nonché curatore dei due volumi, ha preparato una recensione video sul suo canale MITO E PSICHE. La trovate qua sotto, subito dopo un estratto dalll’introduzione.

DALLA PREFAZIONE AL SECONDO VOLUME: “La mitologia classica nasce nella tradizione orale: per secoli i miti greci furono recitati da aedi e rapsodi durante feste religiose, celebrazioni pubbliche o occasioni conviviali presso ricchi aristocratici. L’aedo era colui che cantava l’epica e la univa a versi creati da lui stesso. Il rapsodo era invece una sorta di attore, recitava i brani che conosceva a memoria: da questa figura si è presumibilmente sviluppato il teatro. Omero, in realtà non menziona mai la differenza tra aedo e rapsodo, tra poeta e attore, tra chi crea e chi racconta. Quel che è certo è che esistevano scuole e corporazioni di narratori e che proprio a Chio, dove i quaderni da cui i miti pubblicati in questa collana sono tratti, aveva sede una famosa scuola. Può darsi che l’Anonimo autore di questi testi si sia trasferito sull’isola proprio in quanto alla ricerca dell’origine della narrazione orale e per ordinare il materiale raccolto in anni di esplorazioni del territorio, insulare e non. L’Anonimo ha quindi intrapreso un lavoro simile a quello di Omero, vale a dire la trascrizione, la trasformazione di un racconto prevalentemente orale in un testo scritto. La differenza maggiore è che i quaderni compilati dall’Anonimo sono delle antologie di spezzoni di miti, dei canovacci da combinare in un racconto più esteso o più breve, a discrezione del narratore. Non sono fatti per essere letti, sono dei compendi da studiare e da combinare in esposizioni sempre diverse. Spesso è necessario cucire i vari capitoli con delle frasi create ad hoc, in quanto nel testo non esistono e si passa da un episodio all’altro senza particolari spiegazioni. Questa libertà nella scelta degli episodi da narrare e del materiale connettivo che è necessario plasmare per dare unità è sia gradevole che fonte di frustrazione per la forzata necessità di dover scegliere cosa narrare e cosa no, quali personaggi tralasciare completamente per delimitare la storia a un racconto più o meno lineare e non infinito e labirintico. Spesso bisogna troncare una strada traversa che incrocia il tessuto principale della narrazione, anche se i risvolti e i personaggi che si decide di lasciare (per ora) nei quaderni dell’Anonimo gridano vendetta al cielo e attendono il loro turno per essere riportati in vita.

Prendere queste decisioni è stato, come detto, difficile ma ci siamo consolati con le parole di Friedrich Wilhelm Radloff che nel 1866 scriveva: “Ogni cantore appena appena abile improvvisa sempre i suoi canti secondo l’ispirazione del momento, così che non è in condizione di recitare due volte un canto in modo perfettamente uguale. […] Egli essendosi esercitato a lungo nella performance ne ha pronte, se così posso dire, un’intera serie di parti, che nel corso del racconto mette insieme nella maniera più adatta. […] L’arte del cantore consiste nel mettere in successione queste parti come è richiesto dal corso degli avvenimenti e nel collegarle con versi composti ex novo. Il cantore sa cantare queste parti in modo assai diverso. Egli è capace di tratteggiare la stessa immagine in pochi tratti veloci o di descriverla più ampiamente o di procedere con epica ampiezza a una descrizione molto dettagliata. […] Un cantore abile può improvvisare su qualsiasi tema, qualsiasi racconto, se gli è chiaro l’andamento della vicenda”. È quello che abbiamo cercato di fare anche noi, con tutti i limiti e le scelte arbitrarie che a volte turbano il nostro sonno. È anche per questo motivo che abbiamo bisogno di voi, care Lettrici e cari Lettori: fateci sapere quali sono i personaggi e i filoni narrativi che volete siano approfonditi. Sarà nostra premura, se nel corpus lasciatoci dall’Anonimo ve ne è traccia, accontentarvi con le storie che più vi appassionano.” (COPYRIGHT ©2023 CASA EDITRICE ERICLEA e ANDREAS BARELLA. Questo testo può essere utilizzato solo citando la fonte e l’autore.)

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Face to Face – Intervista a Carl Gustav Jung – MATERIALE UTILE

Face to Face – Intervista a Carl Gustav Jung – MATERIALE UTILE

Nel marzo del 1959, lo psicoanalista svizzero Carl Gustav Jung fece questa intervista con John Freeman per il programma televisivo della BBC “Face to Face”. L’intervista venne registrata nella sua casa alla Seestraße a Küsnacht, sul lago di Zurigo. Il documentario introdusse Jung al grande pubblico, più delle sue opere e di altre interviste: il tono onesto e discorsivo di Jung affascina e arricchisce. Nel filmato lo sentirete parlare della sua famiglia, della sua infanzia, dei suoi studi, del suo primo incontro con Freud, dell’inconscio collettivo, del destino dell’umanità.

Andreas Barella, da sempre innamorato di questa intervista, la ha completamente sottotitolata da zero (le traduzioni esistenti e quelle automatiche non lo soddisfacevano). Qui trovate tutta la lunga e ricchissima intervista a Carl Gustav Jung, sul canale youtube di Andreas, ISCRIVETEVI AL CANALE! (Basta cliccare sul rotondino con la faccia di Andreas in alto a sinistra, in seguito su “iscriviti”) GRAZIE MILLE!

 

BIBLIOGRAFIA MENZIONATA NEL FILMATO

Nel corso dell’intervista, si parla dei seguenti volumi:

Sigmund Freud, L’Interpretazione dei Sogni Il libro che ha aperto le porte, all’alba del 20 secolo, alla psicoanalisi.

Sigmund Freud, Studi sull’isteria e altri scritti Trovate sotto a questo titolo anche altri volumi dello opere di Freud

Qui trovate anche tutta l’opera di Freud, in comodo formato ebook ad un prezzo eccezionale NATURALMENTE le trovate anche a LaFilanda, ma se vi servono per fare copia incolla di passaggi interessanti ecc, qua trovate la versione digitale di tutte le opere di Freud.

Carl Gustav Jung, Tipi psicologiciJung era del tipo PENSIERO e INTUITO, come afferma nell’intervista. Voi di che tipo siete?

Le lettere di Freud e Jung, menzionate nel filmato le trovate in appendice a Ricordi, Sogni, Riflessioni di Carl Gustav Jung. Leggete qua la recensione di Andreas Barella al volume

Carl Gustav Jung, L’Io e l’Inconscio. Il primo tentativo di Jung di chiarire gli affascinanti concetti di Io e di Inconscio.

Carl Gustav Jung, Gli archetipi dell’inconscio collettivo. Il titolo dice tutto!

Carl Gustav Jung, Opere complete e integrali. Anche queste le trovate a LaFilanda, ma se vi servono, l’investimento vale la pena: 12215 pagine di pura delizia!

 

OPERE DI JUNG RECENSITE DA ANDREAS QUA SUL SITO DELLE MUSE

Ricordi, Sogni, Riflessioni di Carl Gustav Jung è un libro che offre una profonda e personale introspezione sulla vita dell’autore e sulla sua comprensione della psicologia umana. Jung, noto come uno dei più importanti psicoanalisti della storia, ci guida attraverso i momenti salienti della sua vita, dai sogni infantili ai viaggi nel deserto, alle conversazioni con Freud e alla scoperta dell’inconscio collettivo. La scrittura è fluida e coinvolgente, e la profondità delle riflessioni di Jung è sorprendente. Si ha l’impressione di essere seduti accanto a lui mentre rivela i dettagli della sua vita e delle sue teorie… Continua a leggere la recensione di Andreas Barella

Simboli della trasformazione è il quinto volume delle Opere dello psichiatra e analista svizzero ed esplora il processo di individuazione e la natura simbolica dell’inconscio. Prima di parlarne, ecco un riassunto costruito con alcune citazioni significative tratte dall’opera… Continua a leggere la recensione

 

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Recensione: “Simboli della trasformazione” di Carl Gustav Jung

Recensione: “Simboli della trasformazione” di Carl Gustav Jung

Simboli della trasformazione è il quinto volume delle Opere dello psichiatra e analista svizzero ed esplora il processo di individuazione e la natura simbolica dell’inconscio. Prima di parlarne, ecco un riassunto costruito con alcune citazioni significative tratte dall’opera:

  • “La trasformazione inizia con la consapevolezza della propria ombra, quella parte di noi stessi che preferiamo ignorare o rifiutare. Solo accettando l’ombra possiamo intraprendere un vero cammino di crescita interiore.”
  • “L’inconscio si esprime attraverso simboli, che rappresentano archetipi universali. Questi simboli possono assumere forme mitologiche, religiose o oniriche, ma sono sempre veicoli di significato profondo.”
  • “La visione onirica è una finestra sull’inconscio. I sogni ci mostrano immagini simboliche che riflettono i nostri desideri, le nostre paure e le nostre aspirazioni più profonde.”
  • “La trasformazione richiede un confronto con l’animus (nella donna) o l’anima (nell’uomo), le rappresentazioni interne dell’altro sesso. Integrare queste figure interiori porta a una maggiore completezza e equilibrio.”
  • “I simboli alchemici rappresentano il processo di trasformazione interiore. L’opera alchemica di trasmutazione degli elementi corrisponde alla nostra ricerca di integrazione e realizzazione di sé.”
  • “Il mandala è un potente simbolo di totalità e integrazione. La sua forma circolare rappresenta l’unità e l’armonia degli opposti, offrendo un punto di riferimento stabile durante il percorso di trasformazione.”
  • “L’archetipo del Sè rappresenta la totalità e l’essenza più profonda dell’individuo. Il Sè è il punto di equilibrio che cerca di realizzarsi nel corso della vita, spingendo verso l’integrazione e l’individuazione.”
  • “La trasformazione richiede un atto di coraggio e di abbandono di vecchi schemi. Bisogna essere disposti a lasciare andare le vecchie identità e ad abbracciare l’incertezza del processo di cambiamento.”

Simboli della trasformazione è il libro con cui Jung diede inizio a quello che chiamò il progetto di psicologia complessa e che trasformò la psicoanalisi da una “setta” ad una disciplina multidisciplinare e attenta alla complessità. “Questo libro fu da me scritto nel 1911 a 36 anni: un momento critico, giacché segna l’inizio della seconda metà della vita nella quale non di rado si verifica una metanoia, un mutamento d’opinione. 

Simboli della trasformazione fu il libro che segnò profondamente il rapporto – allora già incrinato – tra i due pionieri della psicoanalisi e della psicologia moderna, quello tra Freud e Jung, che furono appassionati colleghi e amici. In Ricordi, Sogni, Riflessioni (di cui abbiamo parlato qui), Jung parla di questo libro come del volume che la psiche gli “impose” di scrivere di getto per liberarsi del senso di abbandono e di vuoto conseguente alla rottura con Freud. Infatti, nel libro (ed è la parte forse più noiosa, per il lettore del 2023 che nella diatriba Freud-Jung ha poco interesse) spesso Jung confuta le idee del suo collega cercando di allargare il concetto di libido da una forza puramente “sessuale” a una forza più genericamente “creativa”. Per far questo utilizza il caso, riportato in una rivista di settore di qualche tempo prima, della signorina Miller, una poetessa e professoressa di New York, che Jung non incontrò mai, ma che aveva raccontato al suo analista diversi suoi sogni e visioni commentandoli.

Parlando del libro, Jung disse che “Il vero intento di questo libro è solo quello di elaborare il più a fondo possibile tutti i fattori storici e spirituali che confluiscono nei prodotti involontari di una fantasia individuale. Accanto alle ovvie fonti personali, la fantasia creatrice dispone anche dello spirito primitivo, dimenticato e da lungo tempo sepolto con le sue immagini peculiari palesantisi nelle mitologie di tutti i tempi e di tutti i popoli. L’insieme di queste immagini costituisce l’inconscio collettivo, retaggio presente potenzialmente in ogni individuo. Esso è il corrispettivo psichico della differenziazione del cervello umano. Questo è il motivo per il quale le immagini mitologiche possono rinascere senza posa spontaneamente sempre in armonia tra di loro, non solo in tutti gli angoli del vasto mondo ma anche in tutti i tempi. Esse sono presenti sempre e dappertutto. Ne deriva ovviamente la possibilità di mettere in relazione i mitologemi più distinti fra loro per divario temporale ed etnico con un sistema di fantasie individuali. La base creativa è dappertutto la stessa psiche umana e lo stesso cervello umano che, con varianti relativamente minime, funziona dappertutto nello stesso modo.”

Non entrerò nel dettaglio della struttura del libro, che parla della nascita e sviluppo della figura dell’Eroe  e del suo rapporto ed emancipazione dalla figura della madre, o per dirla in altre parole, il percorso dell’Io che si individua differenziandosi dall’Inconscio, rimanendone però indissolubilmente legato. Da questo confronto scaturiscono innumerevoli immagini e motivi archetipici che continuano a ritornare nelle visioni e sogni ed esperienze di tutte le persone di tutti i tempi di tutti i luoghi della terra. Il libro ne elenca e discute alcuni con il supporto di tavole che riportano opere d’arte antica e medievale e che suffragano le teorie esposte. Una lettura affascinante e abbastanza scorrevole (seppur ricca e complessa).

Ancora Jung: “La conoscenza dei contenuti soggettivi della coscienza non dice ancora assolutamente nulla della psiche e della sua vera vita sotterranea. Anche in psicologia, come in tutte le scienze, per il lavoro di ricerca occorre un corredo di conoscenze sufficientemente estese. Un po’ di patologia e di teoria delle nevrosi non bastano assolutamente in questo caso; questo tipo di conoscenze mediche consente unicamente d’essere informati su una malattia, ma ignora tutto dell’anima che è malata. Con questo libro – allora come oggi – ho voluto, per quanto era in mio potere, ovviare a questo inconveniente.”

Jung, Carl Gustav, Simboli della trasformazione, Bollati Boringhieri.

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Recensione: “Ricordi, sogni, riflessioni” di C. G. Jung

Recensione: “Ricordi, sogni, riflessioni” di C. G. Jung

Ricordi, Sogni, Riflessioni di Carl Gustav Jung è un libro che offre una profonda e personale introspezione sulla vita dell’autore e sulla sua comprensione della psicologia umana. Jung, noto come uno dei più importanti psicoanalisti della storia, ci guida attraverso i momenti salienti della sua vita, dai sogni infantili ai viaggi nel deserto, alle conversazioni con Freud e alla scoperta dell’inconscio collettivo. La scrittura è fluida e coinvolgente, e la profondità delle riflessioni di Jung è sorprendente. Si ha l’impressione di essere seduti accanto a lui mentre rivela i dettagli della sua vita e delle sue teorie. Il libro offre una panoramica approfondita delle teorie di Jung sulla psicologia, ma anche una finestra sulla sua personalità e sulle sue esperienze. Ricordi, Sogni, Riflessioni è un libro che può essere apprezzato sia dai professionisti della psicologia che dai lettori curiosi di conoscere la vita di Jung e le sue teorie. Inoltre, la sua prosa elegante e la sua capacità di coinvolgere il lettore rendono questo libro accessibile anche ai non addetti ai lavori.

Per noi de La Voce delle Muse, amanti di Mitologia, e che dalla mitologia traggono spunto per un approfondimento della comprensione della nostra vita personale e dei meccanismi della psiche umana, il libro è interessante per diversi motivi. In primo luogo, Jung è stato un noto psicologo e psicoanalista che ha dedicato gran parte della sua vita allo studio delle religioni, delle mitologie e dei simboli. Nel suo lavoro, ha sviluppato molte teorie sulla psicologia dell’inconscio e ha mostrato come i miti e i simboli siano importanti per comprendere la psiche umana. Anche Joseph Campbell (di cui abbiamo parlato qui) ha basato molto del suo lavoro sull’opera scientifica di Jung.

In Ricordi, Sogni, Riflessioni, Jung presenta una raccolta di ricordi, sogni e riflessioni che ha scritto durante la sua vita. Questo libro contiene molte discussioni sulla sua vita personale, ma anche sui suoi studi sulla psicologia e sulla mitologia. Jung utilizza molti esempi tratti dalle mitologie e dalle religioni di tutto il mondo per illustrare i suoi punti di vista sulla psiche umana. Inoltre, il libro contiene molte discussioni sul processo di individuazione, che è uno dei concetti centrali della psicologia di Jung. Questo processo si riferisce alla ricerca di una persona per trovare il proprio sé più profondo e autentico. Esattamente come ci piace pensare di fare anche noi Muse! In molti casi, questo processo richiede di esplorare le profondità dell’inconscio e di confrontarsi con i propri simboli e miti personali. Jung sostiene che attraverso questo processo, una persona può diventare una persona più completa e realizzata. Si tratta quindi di un libro importante per gli amanti della mitologia perché offre una prospettiva unica sulla psicologia umana, utilizzando molte storie e simboli mitologici come esempi.

Carl Gustav Jung, celebre psicanalista svizzero (ma anche psichiatra, antropologo e filosofo) ha scritto questo libro insieme ad Aniela Jaffé (che fu sua allieva, paziente e collaboratrice), edito per la prima volta nel 1961, anno della morte dello psicanalista, su sua dichiarata richiesta il volume doveva apparire solo dopo la sua scomparsa. Non sentitevi bloccati dalla lettura che si potrebbe immaginare complicata: il libro è molto ricco ma si legge con facilità e piacere.  L’impegno che richiede è di gran lunga ricompensato dalla ricchezza che offre in cambio.  Jung, in questo libro, si racconta partendo dall’infanzia, che sicuramente non può dirsi convenzionale, sembra infatti che egli, fin dall’infanzia, sentisse una chiamata verso qualcosa di grande, verso un contatto con una spiritualità lontana dai dogmi della chiesa; racconta l’attrazione verso la conoscenza, l’autenticità, il mistero. Ci narra dei piccoli rituali che svolgeva, dando un’interpretazione dei suoi gesti sempre molto precisa, in maniera tanto esatta e scorrevole da sembrare univoca, ovvia, non passibile di opposizione. Jung sembra vedere costantemente oltre i simboli, oltre i comportamenti, non ricercando tanto le cause ma mettendo a fuoco i significati. Interessanti sono anche i sogni che vengono raccontati nel libro, in cui egli osserva sempre i collegamenti con la sua vita e il suo destino, mai fermandosi alle prime superficiali conclusioni. Ecco, la parola che più si distanzia da questo libro è superficiale; quella più vicina, direi, è chiarezza. Il volume è stato definito dallo stesso Jung come una forma di autoanalisi, e si inserisce, dal punto di vista del lettore, nella macro area dei testi di auto-terapia. Questo, però, è più di un libro, è un viaggio, un’esperienza dentro una vita straordinaria, non in senso strettamente lusinghiero ma nell’accezione di essere nettamente fuori dall’ordinario, dalla banalità, dall’omologazione.

Jung, Carl Gustav, Ricordi, sogni, riflessioni. A cura di Aniela Jaffé, Rizzoli. 

Qui trovate una ricchissima intervista a Jung, pochi mesi prima della sua morte e ritradotta nel 2023 da Andreas Barella e pubblicata sul suo canale YouTube. Lì trovate anche altri video su Carl Gustav Jung. Curiosate un po’ in giro! 🙂 ISCRIVETEVI AL CANALE! (Basta cliccare sul rotondino con la faccia di Andreas in alto a sinistra, in seguito su “iscriviti”) GRAZIE MILLE! 

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