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I prossimi appuntamenti con le Muse e altre occasioni mitologiche

“Società Matriarcali come Società di Pace” di Heide Goettner-Abendroth

“Società Matriarcali come Società di Pace” di Heide Goettner-Abendroth

Nella giornata della Festa delle Donne 2022 pubblichiamo una acuta e ricca esposizione di una visione matriarcale, che a La Voce delle Muse piace molto. In una società di questo tipo anche l’attuale guerra in Ucraina non sarebbe stata concepibile. Pace e Auguri alle nostre lettrici!

Introduzione – I risultati delle ricerche sviluppate nell’ambito dei Moderni Studi Matriarcali confutano l’ideologia della dominazione maschile universale e del patriarcato. I Moderni Studi Matriarcali sono interessati a indagare e a presentare società non patriarcali: quelle che sono esistite nel passato e quelle tuttora esistenti. Perché ancora oggi nel mondo esistono popolazioni indigene in Asia, Africa, nelle Americhe e in Oceania, che favoriscono culture tradizionali che presentano modelli matriarcali. Questi modelli non sono solo una mera inversione del patriarcato dove le donne governano – come comunemente si crede -: sono invece società fondate sull’uguaglianza di genere, e molte di esse sono completamente egualitarie. Sono società libere dalla dominazione, ma rese stabili da certe linee guida e da codici precisi. Uguaglianza, negli ambiti matriarcali, non significa semplicemente livellamento delle differenze. Le differenze naturali tra i generi e le generazioni sono rispettate e onorate, ma non implicano gerarchie come succede solitamente nelle società patriarcali. I diversi generi e le generazioni hanno il loro valore e la loro dignità e dipendono gli uni dagli altri tramite un sistema di attività complementari. Più precisamente, le società matriarcali sono società basate su un’uguaglianza complementare in cui la cura è molto importante nel creare l’equilibrio. Questo equilibrio si applica tra i generi, le generazioni, gli esseri umani e la natura: ciò crea un’attitudine verso la pace.

La struttura profonda delle Società Matriarcali – Sulla base di ricerche che prendono in considerazione culture diverse, ed esaminandole caso per caso, ho sintetizzato le strutture e le linee guida che regolano trasversalmente a tutti i livelli le società matriarcali. È così emersa la struttura profonda delle società matriarcali. Per rendere più chiara questa struttura introduco brevemente i modelli organizzativi matriarcali a livello sociale, economico, politico e culturale.

A livello economico le società matriarcali sono spesso società agricole, ma non esclusivamente. In base a un sistema che è identico a quello dei vincoli parentali e dei sistemi di matrimonio, i beni circolano come doni. Il vantaggio o lo svantaggio dei termini di acquisizione dei beni è mediato da linee guida sociali. Alle feste dei villaggi, i clan ricchi invitano tutti gli abitanti come loro ospiti. I membri del clan più ricco organizzano i banchetti, i rituali, la musica e le danze di uno dei festival annuali e regalano i loro beni come doni a tutti i vicini. In questo modo acquisiscono solo onore. Poiché questa è un’attitudine generale, le economie matriarcali possono essere definite effettivamente delle economie del dono (così come le ha formulate G. Vaughan). Questo sistema impedisce che i beni siano accumulati da un gruppo o da una persona specifica, creando così un sistema di mutuo aiuto. Evitando l’accumulazione, si mantengono in modo consapevole i principi dell’uguaglianza economica, ciò che rende egualitarie queste società. Pertanto, a livello economico le società matriarcali creano un’economia bilanciata, che è la base della pace. In relazione a questi due aspetti, le definisco società di reciprocità economica, basate sulla circolazione dei doni.

A livello sociale, le società matriarcali sono basate sul clan. Le persone vivono insieme in grandi gruppi legati da vincoli che seguono il principio della matrilinearità, cioè la parentela in linea materna. Il nome del clan, gli onori sociali e i titoli politici sono ereditati dalle madri. Un matri-clan consiste di almeno tre generazioni di donne e di uomini a esse imparentate. Vivono insieme in una grande casa del clan, ed è ciò che viene definito matrilocalità. Il clan è un’unità economica autosufficiente. Al fine di raggiungere una coesione sociale tra i clan di un villaggio o di una città, sono state sviluppate complesse convenzione matrimoniali per legare i clan affinché abbiano benefici reciproci. Il risultato è che tutti gli abitanti di un villaggio o di una città sono imparentati in qualche modo tra loro. Queste relazioni, basate sul vincolo, costituiscono un sistema di supporto reciproco che ha regole precise. In questo modo si crea una società senza gerarchie che si concepisce come un clan esteso in cui ciascuno è “madre” o “sorella” o “fratello” di tutti. Pertanto, definisco le società matriarcali come società orizzontali non gerarchiche, di discendenza matrilineare.

Il fattore decisivo per una società di pace è il processo attraverso cui si prendono le decisioni politiche. Nelle società matriarcali, la pratica politica segue il principio del consenso, che significa unanimità per ogni decisione. Al fine di attuare questo principio le società si sono ben organizzate sulla base dei vincoli del lignaggio matriarcale. La base di ogni decisione è ciascuna casa del clan. Le questioni che riguardano la casa del clan sono decise dalle donne e dagli uomini mediante un processo di consenso. Lo stesso si applica alle decisioni che riguardano l’intero villaggio. Le donne e gli uomini si incontrano nella casa del clan dove formano un consiglio per discutere le questioni domestiche. Quando si discutono temi che riguardano il villaggio, i delegati di ogni casa-clan si incontrano per il consiglio del villaggio. I delegati non prendono decisioni, ma comunicano semplicemente le decisioni che sono state prese nella loro casa-clan. Questi/e mantengono il sistema di comunicazione del villaggio e vanno avanti e indietro tra il consiglio del villaggio e la loro casa-clan fino a quando il villaggio intero raggiunge il consenso. La stessa cosa si applica a livello regionale. I delegati dei villaggi si spostano tra i consigli dei villaggi e il consiglio regionale fino a quando tutti gli appartenenti alla regione hanno raggiunto il consenso. È abbastanza evidente che una tale società non sviluppa gerarchie o classi e che non è possibile sviluppare un differenziale di potere tra i generi o le generazioni. Pertanto, definisco le società matriarcali a livello politico “società ugualitarie di consenso”.

Ma un tale sistema sociale non potrebbe funzionare completamente se non ci fosse una profonda attitudine spirituale che permea e supporta il tutto. A livello spirituale e culturale, le società matriarcali non hanno religioni basate su un Dio maschile, trascendente e onnipotente, e tanto meno sullo Spirito Santo, contrapposto a un mondo che viene svalutato come “materia cattiva o morta”. Nelle società matriarcali la divinità è immanente in quanto il mondo intero è considerato divino, divino femminile. Ciò si esprime nella concezione diffusa dell’universo come Grande Dea, colei che ha generato ogni cosa, tra cui la terra, che come Grande Madre, produce tutto ciò che è vivente, e nella concezione secondo cui ciascuna/o è dotata di divinità. In un tale cultura, tutto è spirituale. Nei festival, che seguono i cicli stagionali e i cicli della vita, tutto viene celebrato. Non c’è alcuna separazione tra il sacro e il profano, e anche le attività quotidiane hanno un significato rituale. In questo senso le società matriarcali sono sacre. La natura è considerata sacra, inclusa la terra e il cosmo, e gli esseri umani la venerano vivendo in pace con Essa. Pertanto, a livello spirituale, definisco le società matriarcali “società sacre e culture del Femminile Divino o Dea”.

Politica Patriarcale – Da questa sintesi dei Moderni Studi Matriarcali si deduce che si tratta di modelli di conoscenza non patriarcali sostanzialmente pacifici, fondati sull’uguaglianza sociale, politica e culturale. Conoscere questi modelli è urgente e necessario in questa fase ultima e globalmente distruttiva del patriarcato. Appare sempre più evidente oggi l’importanza dei modelli matriarcali sia per le società attuali che per quelle future. I matriarcati non sono utopie astratte, costruite sulla base di concetti filosofici non attuabili, al contrario, essi sono esistiti per lunghi periodi storici giungendo sino ad oggi. I matriarcati incarnano un enorme complesso di creatività intellettuale e di esperienze pratiche, e appartengono necessariamente al retaggio delle conoscenze culturali dell’umanità. I loro valori dimostrano come la vita possa essere organizzata intorno a modalità non violente fondate sui bisogni, o meglio, semplicemente umane.

Vorrei proporre alcuni suggerimenti per una nuova società ugualitaria e pacifica. Questo cammino è definito “Politica Matriarcale”. Naturalmente non possiamo imitare le società matriarcali tradizionali, ma possiamo riceverne stimoli e visioni profonde considerando che a differenza di utopie teoriche, esse hanno vissuto per millenni. Da un punto di vista economico, credo che la lezione del matriarcato consista nel trovare una nuova economia di sussistenza, basata su unità locali e regionali. Le comunità di questa economia lavorano in modo autosufficiente creando circoli di economia del dono. La qualità di vita che ne risulta è per loro più importante del produrre una grande quantità di merci. Le donne sono il perno di queste strutture economiche e ne sono ben consapevoli. Pertanto, la regionalizzazione e i circoli del dono creati dalle iniziative delle donne sono uno strumento dell’economia matriarcale. A livello sociale, penso sia necessario creare e supportare gruppi o comunità basati sull’affinità. Questi possono essere le comunità tradizionali esistenti, o altre nuove comunità. Tali comunità di affinità si formano sulla base di un rapporto spirituale-filosofico tra i membri, che si sentono come “fratelli/sorelle per scelta”, e possono così formare dei “clan simbolici”. I clan simbolici hanno la tendenza a diventare matriarcali se hanno preso l’avvio e sono condotti da donne. I fattori decisivi sono i bisogni delle donne, e in particolare quelli dei bambini, che sono il futuro dell’umanità. A livello politico, il principio del consenso matriarcale è della massima importanza per una società veramente ugualitaria. Il principio del consenso è la fondazione per costruire nuove comunità matriarcali. Seguendo questo principio, le piccole unità dei nuovi matri-clan simbolici sono quelle che prendono decisioni. Ma questo può essere praticato solo a livello regionale. Secondo una prospettiva di sussistenza, l’obiettivo politico è di creare delle regioni fiorenti e autosufficienti – e non grandi stati-nazione, o unioni di stati o super poteri. A livello culturale, la lezione delle società matriarcali consiste nell’abbandonare le religioni gerarchiche che pretendono di possedere la verità. È invece necessario guardare il mondo come qualcosa di sacro, amarlo e proteggerlo, poiché secondo la cultura matriarcale, tutto nel mondo è divino.

Per questo la spiritualità matriarcale può nuovamente pervadere tutto e divenire parte della vita quotidiana. Questo è il cammino verso una nuova società ugualitaria, e può essere solo olistica, senza per questo essere vaga. Deve essere un cammino concreto, che non si perde in dettagli. Lo chiamo il “modello matriarcale”. È una visione chiara che può diventare una linea guida pratica per integrare le diverse azioni delle promotrici/ori di pace, e renderle così più potenti. Ritengo che molto del lavoro portato avanti oggi dai movimenti alternativi a livello economico, sociale, politico e spirituale tenda implicitamente verso i modelli matriarcali che ho qui illustrato. (Tratto e adattato da Società Matriarcali come Società di Pace – Armonie (armoniedonnebologna.it). Sito che vi invitiamo a visitare e che ringraziamo per il prezioso lavoro che svolge.)

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Il potere delle Muse

Il potere delle Muse

Michela Daghini nella trasmissione GERONIMO di Rete Due della RSI, in onda il 24 dicembre del 2019, si concentra sul potere della parola, sulla sua capacità di esprimere significato e di far risplendere la natura del cosmo e l’esperienza della vita. Lo fa intervistando il grecista Davide Susanetti, dopo una densa conferenza nell’ambito delle Eranos Jung Lectures 2019 ad Ascona al Monte Verità, sul tema “Politiche e tecniche della paura”. Al centro dell’intervento di Susanetti, la parola ispirata, che si esprime attraverso i poeti e i sapienti della Grecia, ma anche quella che si manifesta nella sfera della politica e del discorso pubblico e che si confronta con le opposte polarità della paura e del coraggio, esponendosi ad una serie di rischi e di esclusioni. Soprattutto quando contraddice il potere o si pone al di fuori del conformismo della corrente comune di pensiero. Susanetti si è soffermato poi sull’importanza della parola, e del recupero della sua dimensione altra, di connessione con l’ambito iniziatico. Ascoltate qui la ricca intervista.

Davide Susanetti è professore di Letteratura greca presso il Dipartimento di Studi Linguistici e Letterari dell’Università di Padova. Si occupa prevalentemente di tragedia greca, Platone, ermetismo, alchimia, pensiero esoterico e simbolico. Susanetti, Davide. Luce delle muse: la sapienza greca e la magia della parola. Milano: Bompiani, 2019. Altri libri di Davide Susanetti.

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L’Eneide a LaFilanda di Mendrisio

L’Eneide a LaFilanda di Mendrisio

In occasione della proiezione dello sceneggiato Rai al Centro Culturale e Biblioteca LaFilanda di Mendrisio, vi elenchiamo tutti i post che nel corso degli anni abbiamo pubblicato inerenti l’Eneide di Virgilio. Buona lettura! Vi aspettiamo in Biblioteca per la visione delle rimanenti puntate, commentate da Andreas Barella!

L’Eneide – Introduzione
L’Eneide – Il pio Enea
L’Eneide – Quale versione leggere?
L’Eneide – Turno, il re guerriero
L’Eneide – Venere vs. Giunone
L’Eneide – Son pensieri in libertà
L’Eneide – Le vittime guerriere
Enea – L’eroe di una nuova dinastia
Il mito di Enea – Origini e Guerra di Troia – Parte 1 (di 3)
Il mito di Enea – Fuga da Troia, lungo viaggio per mare, il Lazio – Parte 2 (di 3)
Il mito di Enea – Riassunto scolastico dell’Eneide – Parte 3 (di 3)

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Eneide, l’epico viaggio da Troia al Lazio

Eneide, l’epico viaggio da Troia al Lazio

Il fascino delle storie mitologiche è intramontabile. Le imprese di eroi e semidei antichi sono fonte inesauribile di interpretazione che continuano a mostrare la loro sorprendente attualità. Il valoroso Enea è il protagonista delle proiezioni in programma il prossimo novembre.

Aveva riscosso un buon successo di pubblico la visione della la serie televisiva “Odissea”, diretta da Franco Rossi (1971) tenuta a LaFilanda agli inizi del 2020. Grazie ai sapienti commenti di Andreas Barella, Dr. phil. I, che aveva animato tutti gli incontri, era stato possibile riassaporare le gesta di Ulisse nelle ambientazioni e con gli effetti speciali del vecchio telefilm. Quest’anno è la volta della successiva pellicola “Eneide” (1974), la cui ricca ed esotica ambientazione spazia dall’Asia alla Grecia, dalla ex Jugoslavia all’Afghanistan, con descrizioni dell’Africa settentrionale, della Sicilia e dell’Italia. Protagonista è Enea, l’eroe greco che fugge dalla città in fiamme di Troia per navigare in lungo e in largo attraverso il Mediterraneo e approdare infine alla foce del Tevere, dove i suoi discendenti fonderanno la città di Roma. Benché già presente nell’Iliade di Omero, il prode troiano dello sceneggiato italiano è ispirato all’Eneide del poeta Virgilio. Questi, da buon cittadino romano, assemblando i racconti sparsi sui viaggi dell’eroe Enea, la sua vaga associazione con la fondazione di Roma e soprattutto le caratteristiche di un personaggio non ben definite, ma dalla grande devozione che incarna alla perfezione il concetto della pietas latina, ne trae un avvincente “mito di fondazione” per il nascente impero romano che si sta profilando sotto la guida del primo imperatore Cesare Augusto.

Quali le differenze e quali le somiglianze tra l’Odissea e l’Eneide? Perché queste opere continuano ad affascinarci? Con la consueta leggerezza e ironia, Andreas Barella accompagnerà la visione delle puntate con commenti, nozioni storiche e vari appunti, coinvolgendo anche il pubblico in questo avventuroso viaggio. Gli incontri si terranno il lunedì 8, 15, 22 e 29 novembre, dalle 19:00 alle 21:00

Comunicato stampa La Filanda Via Industria 5 CH-6850 Mendrisio +41 58 688 36 80 info@lafilanda.ch lafilanda.ch lunedì−domenica 9:00−21:00

La Voce delle Muse ed Eracle

La Voce delle Muse ed Eracle

Il racconto del mito di Eracle è collegato alla nostra recensione della collana “Grandi Miti Greci”, Volume 15: Eracle – L’eroe più popolare

Negli ultimi mesi abbiamo pubblicato numerosi post inerenti il mito di Eracle (19 per la precisione: qui trovate la lista completa).

E a proposito di Eracle… La Voce delle Muse ama farsi sentire dai giovani ascoltatori! Per questo andiamo volentieri nelle librerie, negli oratori, nei piccoli festival di narrazione a raccontare le nostre storie ai bambini (a partire dai 6 anni).

L’incontro con i miti comporta la narrazione di alcuni episodi tratti prevalentemente dalla mitologia greca (ma non solo… abbiamo al nostro arco anche frecce che vengono da nord e che parlano di Asgard, di Odino, Thor e del malvagio Loki!) e un coinvolgimento dei bambini in piccole attività durante la narrazione. I bambini partecipano, sempre guidati e accompagnati dai narratori, e imparano a introdurre nel mito narrato alcuni semplici e ricorrenti aspetti della loro vita quotidiana. Gli incontri con i bambini presentano un percorso coinvolgente e ludico, un approccio cognitivo, emotivo e corporeo ai racconti mitologici e introducono il piacere della narrazione orale e la voglia di ritrasmettere i miti alle prossime generazioni di ascoltatori.

Vi è poi spesso (dipende dal luogo e dal tempo a disposizione) un lavoretto manuale che aiuta a rappresentare alcuni aspetti della storia e che può poi essere portato a casa dai partecipanti. A destra un esempio di collage svolto dopo il racconto dell’episodio di Ulisse e il Ciclope Polifemo. Ogni narrazione dura circa 45 minuti più circa 45 minuti per il lavoretto. Una selezione di miti raccontati negli ultimi anni.

Per quanto riguarda Eracle, la nostra proposta si intitola: Ercole, l’uomo più forte del mondo, ciclo di tre incontri sulle dodici fatiche di Ercole. Ercole, il leone di Nemea e il terribile mostro dalle mille teste; Ercole, le stalle di Augia, gli uccelli di bronzo e le cavalle selvagge di Diomede; Ercole, le Amazzoni e la discesa nell’Ade. Scarica un esempio di locandina: Ercole, l’uomo più forte del mondo.

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