JAMES HILLMAN – Non ha rispetto del Mondo chi cerca di controllare il Destino – IL VIDEO

JAMES HILLMAN – Non ha rispetto del Mondo chi cerca di controllare il Destino – IL VIDEO

Il titolo di questo post è estrapolato da una frase che James Hillman pronuncia durante la lunga e interessante intervista che concesse a Silvia Ronchey. “Silvia Ronchey incontra James Hillman” è andato in onda la prima volta il 22 novembre 1999.

In questo post (in basso) trovate anche la bibliografia dei volumi menzionati nel filmato, oltre a una biografia, un riassunto del pensiero e la bibliografia ragionata delle opere di Hillman, e una biografia e bibliografia di Slivia Ronchey.

Come già Italo Calvino nel 1985, che nelle sue Lezioni americane. Six Memos for the Next Millenium elencava e spiegava sei valori propri della letteratura e che ci avrebbero dovuto accompagnare nel nuovo millennio, anche Silvia Ronchey e James Hillman nel 1999 affrescavano alcune immagini per permetterci di affrontare con archetipica copiosità il millennio che si stava per aprire. Nella ricchissima intervista si discetta dell’Anima del Mondo, del Giardino come metafora dell’anima e della vita psichica e che solo a tratti prende vita e diviene Anima.

Se dovessimo ricordare una frase una pronunciata da Hillman sceglieremmo questa: “Ciò che conta è imparare i miti, pensare miticamente. La nostra origine è nei miti”. Per noi Muse, che nei miti ci viviamo, e che da sempre ci affascinano e guidano le nostre scelte di vita, questa frase è un balsamo divino! 🙂

Qui trovate tutto la lunga e ricca intervista, sul canale youtube di Andreas, ISCRIVETEVI AL CANALE! GRAZIE MILLE E BUONA VISIONE!

BIBLIOGRAFIA MENZIONATA NEL FILMATO – Nel corso dell’intervista, si parla dei seguenti volumi (in ordine di menzione):

  • Fedro di Platone – Il Fedro, uno dei capolavori assoluti della filosofia e della letteratura occidentali, è in Platone il dialogo dell’eros e della bellezza, della follia divina e della felicità che dona ai mortali, dell’anima e del suo destino oltremondano, della filosofia come persuasione dialettica, infine dell’enigma della scrittura. Forse la più complessa e la più bella tra le opere del filosofo, o se vogliamo dell’inventore stesso della filosofia, opera prediletta dagli iniziati ai misteri platonici lungo il corso dei secoli fino a oggi, il Fedro respira un’aria sorgiva, popolata di spiriti misteriosi, in cui riecheggia un canto melodioso: si sentono il profumo dell’erba del prato, lo scorrere limpido delle fonti, il frinire delle cicale. L’estate statica, immota, placidamente sopita, ospita e racchiude la conversazione di Socrate con il personaggio eponimo, l’adorabile Fedro, per la cui persuasione e conversione si strugge e disputa l’eros della filosofia
  • Tutta l’Opera di Platone – Per chi vuole scoprire l’AUTORE filosofico per eccellenza, che continua a nutrire e influenzare la cultura occidentale.
  • Il suicidio dell’anima di James Hillman – James Hillman capovolge ogni prospettiva rispetto allo spinoso tema del suicidio. Come egli stesso scrive, non senza vigore polemico, questo libro “mette in discussione la prevenzione del suicidio; va a indagare l’esperienza della morte; accosta la questione del suicidio non dal punto di vista della vita, della società e della “salute mentale”, bensì in relazione alla morte e all’anima.
  • Repubblica di Platone – Nel mondo antico e poi ancora in quello moderno, “La Repubblica” non ha mai mancato di svolgere il suo compito principale: quello di invitare a pensare sul destino della vita individuale e sociale degli uomini. Un destino, secondo Platone, non prescritto e immutabile, ma da immaginare, argomentare, costruire.
  • Karl Kerényi – Una selezione di scritti del grande filologo classico e storico delle religioni ungherese, ritenuto fra i fondatori degli studi moderni, anche in chiave psicologica, della mitologia greca.
  • Opere e frammenti di Epicuro – All’idea che il mondo non abbia valore di per sé, Epicuro oppone il suo meccanicismo e il suo “materialismo”; all’idea che la vita umana non abbia senso, il filosofo greco oppone il suo ideale di felicità tutta mondana; alla concezione della scienza come contemplazione di verità eterne, Epicuro oppone quella della scienza come progressivo strumento di liberazione dai timori e dalla superstizione religiosa.
  • Il codice dell’anima. Carattere, Vocazione, Destino di James Hillman- Se volete andare alla scoperta dell’opera di Hilman, questo è il libro da cui inizare! Best seller internazionale in cui Hillman esplora il concetto di “daimon” e come la nostra vocazione e il nostro carattere siano inscritti nel nostro destino.
  • Politica della bellezza di James Hillman – La politica della bellezza di Hillman è una denuncia della prevalenza del brutto nella politica, a causa del dominio asfissiante dell’economia, della funzionalità, dell’utilità, del materialismo e del tecno-scientismo. Hillman rivendica la necessità per la psicoterapia di mettere al centro del suo interesse il bisogno essenziale che ha l’anima della bellezza, per la stretta connessione di Eros con entrambe. Hillman mostra le conseguenze che ha la perdita di bellezza per la vita pubblica, per la comunità e la città, e per il paziente
  • Puer Aeternus di James Hillman – Fra i lettori di Hillman si sentono spesso ricordare due scritti: il saggio sul tradimento e Senex e puer. Di fatto sarebbe difficile trovare una migliore via d’accesso al pensiero di Hillman. Nel primo caso perché in poche pagine egli ci offre un’analisi esemplare di una di quelle realtà condannate e deprecate che solo lo scandaglio psicologico riesce a illuminare dietro le grevi cortine della morale. Nel secondo perché la caratterizzazione del puer aeternus e quella parallela del senex hanno una tale precisione e capacità individuante da offrirsi come ausilio immediato per riconoscere nella nostra psiche i tratti dell’eterna fanciullezza e della saturnina vecchiaia.
  • La forza del carattere. La vita che dura  di James Hillman – Non sempre è giusto cedere al fascinoso luogo comune secondo il quale chi muore giovane è caro agli dei, perché “così come il carattere guida l’invecchiamento, l’invecchiamento guida il carattere”. La senilità, quindi, non è un caso, né una dannazione, né l’abominio di una medicina moderna devota alla longevità, ma la condizione naturale e necessaria affinché si verifichino l’intensificazione e la messa a punto del nostro carattere, ossia della forma del nostro durare. Ma anche se il carattere sopravvive per immagini, invecchiare è una forma d’arte che ogni essere umano deve affrontare perché la vecchiaia si configuri come una “struttura estetica” che permetta di svolgere il ruolo archetipico di avo cui ogni anziano è chiamato.
  • Sant’Agostino – Citazione nel filmato:  “Il tempo è semplicemente il riflesso dell’eternità”. Sant’Agostino, il teologo che pose le fondamenta della dottrina cristiana. Un libro introduttivo al Padre della Chiesa. La sua opera più famosa, Le Confessioni, opera scritta tra il 397 e il 400 d.C, è uno dei massimi capolavori della letteratura cristiana. Di carattere autobiografico, esse si suddividono in tredici libri nei quali il Santo confessa i propri peccati e rende grazie a Dio per averlo liberato dal male. L’autore descrive gli eventi principali della propria esistenza, analizzando così i passi che lo hanno portato a diventare un vero cristiano.
  • Poesie di John Keats – Citazione dal filmato: “Chiamate il mondo, vi prego, la valle del fare anima”. Questa citazione è stata utilizzata da Hillman per descrivere la sua “psicologia archetipica”. Secondo Hillman (nel Codice dell’anima, descritto sopra), questa citazione suggerisce che il mondo è un luogo in cui possiamo fare anima, ovvero un luogo in cui possiamo sviluppare la nostra identità personale e diventare ciò che siamo destinati a diventare.
  • Metafisica di Aristotele – La Metafisica è l’opera più famosa di Aristotele. Si tratta degli appunti che Aristotele preparava per le sue lezioni all’interno del Peripato. Lo Stagirita pone qui i problemi fondamentali sull’essere e sul perché del divenire ricercandone le cause e i principi primi.
  • Organon di Aristotele – Il volume presenta una nuova e originale traduzione dei sei trattati che costituiscono la raccolta conosciuta con il nome di Organon e che viene considerata come l’atto di nascita della “logica” occidentale.

Chi è James Hillman
Una lista delle maggiori pubblicazioni di James Hillman
Chi è e cosa ha scritto Silvia Ronchey

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L’eterna lotta tra Luce e Tenebre – IL VIDEO

L’eterna lotta tra Luce e Tenebre – IL VIDEO

Natale si avvicina… Andreas Barella ha svolto presso la Fondazione OTAF di Sorengo, in occasione delle Festività, una narrazione-conferenza dal titolo L’ETERNA LOTTA TRA LUCE E TENEBRE. Per l’occasione accompagnato da OLIVIA ANGELUCCI e la sua arpa. UN CARO AUGURIO DI BUONE FESTE A TUTTE E TUTTI VOI! CHE LA LUCE TRIONFI SEMPRE!

Qui trovate un articolo che parla delle tradizioni e mitologie che narrano dell’antitesi LUCE-OSCURITA. Lo abbiamo separato per non appesantire troppo questo post!

Ecco tutta la conferenza sul canale youtube di Andreas, ISCRIVETEVI AL CANALE! GRAZIE MILLE!

Andreas ringrazia:

  • FONDAZIONE OTAF di Sorengo, che da più di 100 anni si occupa di persone con disabilità;
  • ALESSIO LONGO per l’idea del racconto, per tutto il lavoro di coordinamento e per le belle chiacchierate durante l’organizzazione dell’evento;
  • Tutte le persone che lavorano all’OTAF che hanno organizzato la serata;
  • Residenti, operatori, ospiti e tutti i partecipanti per la calorosa accoglienza;
  • Last but not least: OLIVIA ANGELUCCI per la disponibilità e per l’armonia musicale che trae dalla sua arpa.

Chi è Andreas Barella: la sua presentazione sul nostro sito
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L’eterna lotta tra Luce e Tenebre

L’eterna lotta tra Luce e Tenebre

Questo post è collegato con il video della narrazione-conferenza dal titolo L’ETERNA LOTTA TRA LUCE E TENEBRE che Andreas Barella ha svolto presso la Fondazione OTAF di Sorengo, in occasione delle Festività natalizie. Il video e maggiori informazioni le trovate qui.

Nelle tradizioni germanica e celtica precristiana, la celebrazione di Yule era la festa del solstizio d’inverno, il 21 dicembre, e segnava l’inizio della stagione più fredda dell’anno (con il giorno più corto, ovvero quello con meno ore e minuti di luce). Il solstizio invernale si ha quando il sole tocca il punto più meridionale del suo tragitto annuo intorno alla terra. Trovandosi a 23,5° più “basso” rispetto agli equinozi, il sole risulta più basso a mezzogiorno, sorge tardi e tramonta tardi, per cui le ore di luce sono poche e il nostro emisfero viene poco riscaldato. Nel giorno del solstizio d’inverno inizia ufficialmente l’inverno nell’emisfero boreale.

La parola Yule deriva, forse, dal norreno Hjól (“ruota”), con riferimento al fatto che, nel solstizio d’inverno, la “ruota dell’anno si trova al suo estremo inferiore e inizia a risalire”. Nella tradizione popolare, il solstizio d’inverno segna l’inizio di una stagione che già nasconde dentro di sé i semi di rinascita della primavera, in quanto con l’aumento progressivo delle ore di luce, la natura si prepara al risveglio.

La festa del solstizio d’inverno, nel corso del tempo, è stata adattata al cristianesimo e trasformata nel Natale come lo conosciamo oggi: infatti, la data del giorno della nascita di Gesù bambino fu fissata, da Papa Giulio I, al 25 dicembre proprio per ragioni legate al solstizio, come antica festa pagana del sole con l’intento di sostituire le tradizioni del passato con le celebrazioni cristiane. Il Cristo viene associato al Sole come simbolo di luce vivificante e, quindi, queste due festività si sono fuse tra loro.

Allargando il discorso, in tutte le civiltà la luce passa da fenomeno fisico a figura archetipica e simbolica, dotata di uno sterminato spettro di iridescenze metaforiche e spirituali. La connessione primaria è di natura cosmologica: l’ingresso della luce segna spesso l’incipit assoluto del creato nel suo essere ed esistere. Emblematico è l’avvio della Bibbia: «Dio disse: “Sia la luce!” e la luce fu!» (Genesi 1,3). Esistono molteplici espressioni culturali e religiose di Oriente e di Occidente che adottano come cardine teologico un dato che è alla radice della comune esperienza esistenziale umana. La vita, infatti, è un “venire alla luce” (come in molte lingue è definita la nascita), ed è un vivere alla luce del sole o guidati nella notte dalla luce della luna e delle stelle.

La tradizione pitagorica immaginava che le anime dei giusti defunti si trasformassero nelle stelle della Via Lattea, il libro biblico di Daniele assume forse questa intuizione ma la libera dal suo realismo immanentista trasformandola in una metafora etico-escatologica: «I saggi risplenderanno come lo splendore del firmamento, coloro che avranno indotto molti alla giustizia risplenderanno come le stelle per sempre» (12,3). E nel cristianesimo romano dei primi secoli si inizierà nelle iscrizioni sepolcrali a definire il cristiano là sepolto come eliópais, «figlio del Sole». La luce che irradiava Cristo-Sole era, così, destinata ad avvolgere anche il cristiano.

Il ritmo quotidiano tra luce e oscurità diventa simbolicamente un segno di natura etico-metafisica. La dialettica luce-tenebre, apparsa già nel testo sopra citato del libro della Genesi, diviene l’atto creativo divino, espresso attraverso l’immagine della “separazione”, di diversità: «Dio vide che la luce era cosa buona/bella e Dio separò la luce dalle tenebre. Dio chiamò la luce giorno, mentre chiamò le tenebre notte» (Genesi 1,4-5).

Significativa è la definizione della luce come realtà tôb, un aggettivo ebraico che è contemporaneamente etico-estetico-pratico e, perciò, designa qualcosa che è buono, bello e utile. Per contrasto, allora, la tenebra è la negazione dell’essere, della vita, del bene, della verità. Per questa ragione, mentre lo zenit paradisiaco è immerso nello splendore della luce, il nadir infernale è avvolto dall’oscurità, come si legge nel libro biblico di Giobbe ove gli inferi sono descritti come «il paese delle tenebre e delle ombre mortali, il paese della caligine e dell’opacità, della notte e del caos, in cui la stessa luce è tenebra fonda» (10,21-22).

Questo dualismo si riflette anche nell’opposizione angeli-demoni o nei principi antitetici yang-yin, nelle divinità in lotta tra loro come il Marduk creatore e la Tiamat distruttrice le divinità delle cosmogonie babilonesi, o come Ormuzd (o Ahura Mazdah) e Ahriman della religione persiana mazdeista o come Deva e Ashura nel mondo indiano. La stessa dialettica acquista una nuova forma nell’orizzonte mistico, quando si introduce il tema della “notte oscura”, perlustrata da un grande autore mistico e poetico del Cinquecento spagnolo, Giovanni della Croce. In questo caso il tormento, la prova e l’attesa della notte dello spirito è come un grembo fecondo che prelude alla generazione della luce della rivelazione.

In sintesi potremmo condividere l’affermazione di Ariel nel Faust di Goethe: Welch Getöse bringt das Licht!, «Quale tumulto porta la luce!» (II, atto I, v. 4671). Essa è, infatti, un segno glorioso e vitale, è una metafora sacra e trascendente, ma non è neutra in quanto genera tensione col suo opposto, la tenebra, trasformandosi in simbolo della lotta morale ed esistenziale. La sua irradiazione, quindi, dal cosmo trapassa nella storia, dall’infinito scende nel finito ed è per questo che l’umanità anela alla luce, come nel grido finale che si attribuisce allo stesso Goethe sul letto di morte, Mehr Licht!, “più luce!”: in senso fisico a causa del velarsi degli occhi nell’agonia, ma anche in senso esistenziale e spirituale di anelito a un’epifania suprema di luce.

Questo post è collegato con il video della narrazione-conferenza dal titolo L’ETERNA LOTTA TRA LUCE E TENEBRE che Andreas Barella ha svolto presso la Fondazione OTAF di Sorengo, in occasione delle Festività natalizie. Il video e maggiori informazioni le trovate qui.

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Percorsi mitologici – “Tristano e Isotta” – MATERIALE UTILE

Percorsi mitologici – “Tristano e Isotta” – MATERIALE UTILE

Care e cari partecipanti al ciclo di conferenze PERCORSI MITOLOGICI, tenute da Andreas Barella a LaFilanda di Mendrisio (maggiori dettagli in fondo a questo post), ecco qua un po’ di materiale a corollario del quarto e ultimo incontro.

Vuoi prima vedere e informarti sul PRIMO incontro, dal titolo “C’era una volta”?
Vuoi prima vedere e informarti sul SECONDO incontro, dal titolo “Cacciatori e Raccoglitrici”?
Vuoi prima vedere e informarti sul TERZO incontro, dal titolo “Le Regine del Cielo”?

Nella quarta serata, Andreas Barella si è concentrato, continuando il discorso della settimana precedente, su come la forza dionisiaca, che offre la scelta tra estasi e follia, si sia manifestata nei miti celtici che sono riaffiorati in modo molto deciso nel medioevo europeo. A cominciare dalla Stil Novo, l’idea di un terzo tipo di AMORE (che si aggiunge e Agape, la carità, e alla lussuria) si fa strada nella psiche occidentale. AMOR, che si intreccia tra due persone, viene a costellare una struttura psichica unica nei miti mondiali e che caratterizza la cultura occidentale in modo unico e ricco. La storia di Tristano e Isotta ne è un esempio illuminante e drammatico.

Qui trovate tutta la conferenza sul canale youtube di Andreas, ISCRIVETEVI AL CANALE! (Basta cliccare sul rotondino con la faccia di Andreas in alto a sinistra, in seguito su “iscriviti”) GRAZIE MILLE!

Ecco il librettino (pdf) con i testi letti domenica 3 dicembre: TESTI Percorsi mitologici, “Tristano e Isotta”

I libri menzionati durante la serata:

  • All’inizio del video, Andreas parla del documentario realizzato da Starhawk sulla figura dell’archeologa Marija Gimbutas. Tutti i dettagli, e il video, in questo post.
  • Tristano e Isotta, di Goffredo di Strasburgo. La versione del mito utilizzata per la conferenza. A modesto parere di Andreas, la più semplice, completa e comprensibile.
  • La bella voce su Wikipedia che parla delle origini e delle influenze nel mito di Tristano e Isotta. A questa voce trovate anche molti altri collegamenti a film, musica, opere pittoriche. Oltre a una dettagliata cronistoria degli autori che hanno trattato il mito.
  • Tutti i libri di Andreas Barella li trovate qua.

Vuoi vedere il video e informarti sul PRIMO incontro, dal titolo “C’era una volta”?
Vuoi vedere il video e informarti sul SECONDO incontro, dal titolo “Cacciatori e Raccoglitrici”?
Vuoi vedere il video e informarti sul TERZO incontro, dal titolo “Le Regine del Cielo”?

INFORMAZIONI GENERALI SUL CICLO DI CONFERENZE.

Domenica 12 novembre Andreas Barella, una delle Muse de La Voce delle Muse, ha cominciato il ciclo di quattro incontri sulla mitologia comparata e sugli aspetti psicologici del mito. Eccovi i dettagli e la locandina!

QUANDO: Quattro domeniche dal 12 novembre, dalle 17:00 alle 18:30
DOVE: Centro Culturale e Biblioteca La Filanda, Via Industria 5, 6850 Mendrisio (Svizzera). Vai al sito.
Iscrizioni: Non serve iscriversi. Le conferenze sono gratuite e adatte a tutti.

Siete tutte e tutti caldamente invitate/i!

CONTENUTI GENERALI DEL CICLO DI CONFERENZE: La funzione principale del mito è aiutare ogni individuo nel viaggio della sua vita, fornendogli una sorta di mappa, di guida turistica per raggiungere la pienezza e la realizzazione di sé. In queste quattro serate esamineremo alcuni degli aspetti personali e psicologici del mito, applicando i più vasti temi della mitologia mondiale alla crescita personale e alla ricerca della trasformazione. Nella prima serata ci occuperemo di alcuni miti di creazione; nella seconda andremo a leggere alcuni miti che parlano della differenza della visione del mondo di cacciatori e di raccoglitori, nella terza serata parleremo di alcune divinità femminili greche e nell’ultima serata andremo alla scoperta di un’opera medievale che ancora oggi affascina: la storia di Tristano e Isotta. Scarica la locandina.

Chi è Andreas Barella: la sua presentazione sul nostro sito
Il sito ufficiale di Andreas

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Signs Out of Time – Vita e opere di Marija Gimbutas – MATERIALE UTILE

Signs Out of Time – Vita e opere di Marija Gimbutas – MATERIALE UTILE

“Signs Out of Time” è un documentario la cui idea nacque nel 1994 dal fascino che l’archeologa, Marija Gimbutas esercitava su Starhawk (attivista e voce prominente dell’eco-femminismo mondiale) e Donna Read (regista e studiosa). Il filmato, la cui produzione ha richiesto più di dieci anni, narra (con la voce di Olimpia Dukakis, attrice Premio Oscar) la vita e l’opera di Gimbutas: partendo dalla sua sterminata conoscenza della mitologia e della linguistica, Gimbutas scoprì ed esplorò gli indizi culturali e archeologici della cultura preistorica della “Antica Europa” basata sull’adorazione di una divinità femminile benigna e pacifica.

Il documentario contiene interviste a Gimbutas e numerosi contributi di allievi e di studiosi critici sulla teoria di Gimbutas: un resoconto dell’opera di un’accademica innovativa e visionaria, che ha tracciato un affresco possibile delle origini della nostra civiltà e cultura. La sua visione ha influenzato pensatori, il movimento femminista, le teorie new age: ha modificato la nostra visione del passato e ci indica la strada verso un possibile e auspicabile futuro in cui maschile e femminile abbiano gli stessi diritti e la stessa dignità.

Qui trovate tutto il lungo e ricco documentario, sul canale youtube di Andreas, ISCRIVETEVI AL CANALE! (Basta cliccare sul rotondino con la faccia di Andreas in alto a sinistra, in seguito su “iscriviti”) GRAZIE MILLE!

BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE IN ITALIANO SU GIMBUTAS E STARHAWK (AUTRICE DEL DOCUMENTARIO)

  • Il linguaggio della Dea, di Marija Gimbutas. “Il linguaggio della Dea” (1989), pietra miliare dell’archeomitologia, ha rivoluzionato le prospettive sulle origini della nostra cultura. L’autrice è riuscita a ricostruire la civiltà arcaica dell’Europa Antica e a riportare alla luce la presenza centrale del femminile nella storia. I suoi studi spaziano dal neolitico all’età del bronzo. A sostegno delle sue tesi, esamina i reperti, in parte già noti e in parte da lei stessa dissepolti durante i suoi scavi nel bacino del Danubio e nel nord della Grecia, che comprendono un vastissimo repertorio di oltre 2000 manufatti, tutti riprodotti nel volume, mostrando i nessi dimenticati tra il mondo materiale e quello dei miti di una cultura raffinata, la cui genesi è alle radici del patrimonio culturale dell’Occidente.
  • Le Dee viventi, di Maria Gimbutas. L’ultimo libro scritto da Marija Gimbutas, pubblicato postumo, riassume decenni di ricerca condotta nei più importanti siti del neolitico e del paleolitico superiore europei: il risultato è un’impressionante serie di ritrovamenti che conducono alla ricostruzione di un’ideologia coerente e complessa, incentrata sulla divinità femminile, la “grande dea” della morte e della rigenerazione. Nutrice e sterminatrice, la dea fa convergere su di sé i miti e i riti degli abitanti dell’Europa che precedettero le grandi invasioni indoeuropee (stimate in due ondate, tra il 4000 e il 3000 a.C.).
  • Kurgan, le origini della cultura europea, di Marija Gimbutas. Quella che talvolta si chiama con un po’ di enfasi la “casa europea”, la patria dalle comuni radici, è in realtà, in origine, un terreno di conflitto, di contaminazione, di reciproche influenze, di battaglie e sopraffazioni. Sono qui presentati i testi più rappresentativi di una ricerca durata quasi mezzo secolo, che ha portato Marjia Gimbutas a costruire un affresco appassionante delle civiltà che, incontrandosi e scontrandosi tra il IV e il III millennio a.C., contribuirono a gettare le fondamenta della nostra identità.
  • I Balti, di Marija Gimbutas. Scritto successivamente alla formulazione dell’ipotesi Kurgan, “Balti” è la prima monografia che Marija Gimbutas dedica a una cultura preistorica e ai suoi contatti, intrecci e conflitti con gli invasori venuti dalle steppe uraliche. Il fatto che l’autrice di tale monografìa provenisse proprio dal ceppo di quella cultura preistorica, e avesse visto con i propri occhi gli esiti distruttivi delle invasioni, non può essere considerato una semplice coincidenza.
  • Al cuore dell’Europa. Una rilettura dell’opera di Gimbutas, di Anna Riboldi. A vent’anni dalla morte dell’archeologa lituana Marija Gimbutas, il suo originale contributo alle ricerche archeologiche attende ancora di essere pienamente valorizzato. La sua vasta produzione scientifica, dedicata soprattutto al tema della grande dea madre e alle sue simbologie, grazie alle raffigurazioni plastiche che ella stessa portò in luce durante la sua carriera di archeologa sul campo nei maggiori siti neolitici europei, in questo volume viene analizzata, per la prima volta integralmente, nel significato che essa rivestì in un’epoca in cui le discipline storiche avevano conosciuto un incremento di tecnicismi e nella quale la Gimbutas rappresentò una eccezione assoluta, spesso isolata e dibattuta nella comunità scientifica.
  • La danza della Dea. La danza a spirale e l’antico culto della Grande Dea, di Starhawk. L’edizione del ventesimo anniversario di “La danza della dea” celebra il ruolo fondamentale che il libro ha avuto nel portare il culto della dea alla ribalta religiosa. Questo libro è un riferimento sulle pratiche e sulle credenze della stregoneria sia una guida per i lettori che desiderano rivolgersi alla dea per approfondire il loro senso di orgoglio personale, sviluppare il loro potere interiore e integrare mente, corpo e spirito.
  • Il sentiero della Terra. Integrarsi con i ritmi della Natura, di Starhawk. In questo libro di grande attualità, la celebre strega ed eco-femminista americana intreccia le più recenti scoperte nel campo della scienza ambientale con incantesimi, meditazioni, consigli pratici ed esercizi individuali e di gruppo per creare un nuovo rapporto con la terra. Mostrando in che modo il rispetto per la natura rappresenti il primo passo verso la spiritualità, Starhawk sprona il lettore a intraprendere un percorso interiore che gli consenta di aprire gli occhi sul pianeta e di rispettarne il delicato equilibrio, avvalendosi al contempo degli immensi poteri della terra al fine di rinnovare il proprio spirito e ritrovare le fonti di forza e di rinnovamento.

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