Category Archives: YouTube @AndreasBarella Mito e Psiche

Post con video su youtube

Le immagini delle Dee – INTERVISTA A MARIJA GIMBUTAS

Le immagini delle Dee – INTERVISTA A MARIJA GIMBUTAS

UN GRANDE CLASSICO RITROVATO! Questa intervista fa parte di una serie di incontri che la studiosa Starr Goode aveva promosso tra il 1986 e il 1991 per esplorare la figura della Grande Dea femminile e le sue connessioni con l’arte antica e l’arte moderna.

Marija Gimbutas è conosciuta per aver studiato le culture del neolitico e l’età del bronzo della cosiddetta Europa Antica, e per l’ipotesi kurganica che colloca la patria originaria protoindoeuropea nelle steppe pontico-caspiche. I suoi lavori, pubblicati tra il 1946 e il 1971, introdussero nuovi punti di vista nell’ambito della linguistica e dell’interpretazione della mitologia, e sfidarono le credenze del tempo sull’età del bronzo. È ritenuta come una delle autorità più rilevanti a livello internazionale riguardo allo studio di questo periodo e innovatrice nel contesto delle tecniche archeologiche del XX secolo.

Qui trovate tutto il lungo e ricco documentario, sul canale youtube di Andreas, ISCRIVETEVI AL CANALE! (Basta cliccare sul rotondino con la faccia di Andreas in alto a sinistra, in seguito su “iscriviti”) GRAZIE MILLE!

BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE IN ITALIANO SU GIMBUTAS

  • Il linguaggio della Dea, di Marija Gimbutas. “Il linguaggio della Dea” (1989), pietra miliare dell’archeomitologia, ha rivoluzionato le prospettive sulle origini della nostra cultura. L’autrice è riuscita a ricostruire la civiltà arcaica dell’Europa Antica e a riportare alla luce la presenza centrale del femminile nella storia. I suoi studi spaziano dal neolitico all’età del bronzo. A sostegno delle sue tesi, esamina i reperti, in parte già noti e in parte da lei stessa dissepolti durante i suoi scavi nel bacino del Danubio e nel nord della Grecia, che comprendono un vastissimo repertorio di oltre 2000 manufatti, tutti riprodotti nel volume, mostrando i nessi dimenticati tra il mondo materiale e quello dei miti di una cultura raffinata, la cui genesi è alle radici del patrimonio culturale dell’Occidente.
  • Le Dee viventi, di Maria Gimbutas. L’ultimo libro scritto da Marija Gimbutas, pubblicato postumo, riassume decenni di ricerca condotta nei più importanti siti del neolitico e del paleolitico superiore europei: il risultato è un’impressionante serie di ritrovamenti che conducono alla ricostruzione di un’ideologia coerente e complessa, incentrata sulla divinità femminile, la “grande dea” della morte e della rigenerazione. Nutrice e sterminatrice, la dea fa convergere su di sé i miti e i riti degli abitanti dell’Europa che precedettero le grandi invasioni indoeuropee (stimate in due ondate, tra il 4000 e il 3000 a.C.).
  • Kurgan, le origini della cultura europea, di Marija Gimbutas. Quella che talvolta si chiama con un po’ di enfasi la “casa europea”, la patria dalle comuni radici, è in realtà, in origine, un terreno di conflitto, di contaminazione, di reciproche influenze, di battaglie e sopraffazioni. Sono qui presentati i testi più rappresentativi di una ricerca durata quasi mezzo secolo, che ha portato Marjia Gimbutas a costruire un affresco appassionante delle civiltà che, incontrandosi e scontrandosi tra il IV e il III millennio a.C., contribuirono a gettare le fondamenta della nostra identità.
  • I Balti, di Marija Gimbutas. Scritto successivamente alla formulazione dell’ipotesi Kurgan, “Balti” è la prima monografia che Marija Gimbutas dedica a una cultura preistorica e ai suoi contatti, intrecci e conflitti con gli invasori venuti dalle steppe uraliche. Il fatto che l’autrice di tale monografìa provenisse proprio dal ceppo di quella cultura preistorica, e avesse visto con i propri occhi gli esiti distruttivi delle invasioni, non può essere considerato una semplice coincidenza.
  • Al cuore dell’Europa. Una rilettura dell’opera di Gimbutas, di Anna Riboldi. A vent’anni dalla morte dell’archeologa lituana Marija Gimbutas, il suo originale contributo alle ricerche archeologiche attende ancora di essere pienamente valorizzato. La sua vasta produzione scientifica, dedicata soprattutto al tema della grande dea madre e alle sue simbologie, grazie alle raffigurazioni plastiche che ella stessa portò in luce durante la sua carriera di archeologa sul campo nei maggiori siti neolitici europei, in questo volume viene analizzata, per la prima volta integralmente, nel significato che essa rivestì in un’epoca in cui le discipline storiche avevano conosciuto un incremento di tecnicismi e nella quale la Gimbutas rappresentò una eccezione assoluta, spesso isolata e dibattuta nella comunità scientifica.

Chi è Andreas Barella: la sua presentazione sul nostro sito
Il sito ufficiale di Andreas

Cosa facciamo noi de La Voce delle Muse
Ti piacciono i nostri post? Vuoi sostenerci con un piccolo contributo? Offrici un caffè

Il mito di Dioniso a Tebe – IL VIDEO

Il mito di Dioniso a Tebe – IL VIDEO

La Voce delle Muse ha scritto, diretto e animato una parte del mito di Dioniso. Il risultato è uo spettacolo-evento-cena greca dal titolo “ESTASI – QUANDO DIONISO GIUNSE A TEBE”

Dioniso è il dio greco che incarna la ricerca dell’estasi (ex-stasi, fuori dalla stasi), il dono divino che eleva gli esseri mortali dalla realtà ordinaria a un mondo trascendente: la gioia, il vino, il sesso, le danze sfrenate fanno tutte parte del suo bagaglio. Dioniso è anche considerato il padre e l’ispiratore della tragedia greca. Infatti, il primo caso documentato di recitazione risale al 530 a.C., quando l’attore greco Tespi salì sul palco al Teatro di Atene in occasioni delle feste sacre al dio e divenne il primo a parlare come personaggio in una rappresentazione teatrale. Le sue prime parole furono: “Io sono Dioniso!”

In questo nuovo video, Andreas vi racconta la genesi dello spettacolo e… ve ne mostra alcuni estratti. DA NON PERDERE! Buona visione e… mettete mi piace al video!

 

Qua la pagina dedicata interamente all’evento, con foto, trailer e maggiori informazioni
Un’introduzione al dio Dioniso
La narrazione del mito di Dioniso
Cosa facciamo noi de La Voce delle Muse
Ti piacciono i nostri post? Vuoi sostenerci con un piccolo contributo? Offrici un caffè

Carl Gustav Jung intervistato da Richard I. Evans – IL VIDEO

Carl Gustav Jung intervistato da Richard I. Evans – IL VIDEO

In questa lunga intervista condotta a Zurigo nel 1957, Jung ci racconta della sua collaborazione con Sigmund Freud, degli insight che ebbe ascoltando i sogni dei suoi pazienti e degli affascinanti sviluppi della sua vita personale.

Il Dr. Richard I. Evans intervista Jung dandoci una chiave d’accesso alle non semplici teorie junghiane, e lo fa tratteggiando la figura sensibile e umana di un grande pensatore. Si tratta del montaggio di quattro interviste di un’ora registrate tra il 5 e l’8 agosto 1957.

L’intervista integrale è stata pubblicata in italiano da Adelphi con il titolo Jung parla.

Ecco il video sul canale youtube di Andreas, ISCRIVETEVI AL CANALE! GRAZIE MILLE!

Chi è Andreas Barella: la sua presentazione sul nostro sito
Il sito ufficiale di Andreas

Cosa facciamo noi de La Voce delle Muse
Ti piacciono i nostri post? Vuoi sostenerci con un piccolo contributo? Offrici un caffè

Chi è Silvia Ronchey

Chi è Silvia Ronchey

Presentiamo Silvia Ronchey, oltre naturalmente perché ha scritto libri interessantissimi e ricchi (vedi sotto per una scelta bibliografica), in relazione al video dell’intervista a James Hillman di cui abbiamo parlato qua.

Silvia Ronchey è una saggista e bizantinista italiana. Già professoressa associata all’Università di Siena, è oggi ordinaria di Civiltà bizantina nel Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Roma Tre.

Figlia della scrittrice Vittoria Aliberti e di Alberto Ronchey – giornalista, scrittore e ministro dei Beni Culturali – ha frequentato negli anni ’70 il liceo classico Massimo d’Azeglio di Torino e poi il liceo classico Ennio Quirino Visconti di Roma. Proprio durante gli anni liceali ha maturato il suo interesse per la civiltà bizantina:

«… passavo il mio [tempo] nell’adiacente Biblioteca Casanatense, o mi spingevo fino all’Angelica. Ho continuato per tutti i tre anni del liceo, e quando mi sono accorta che la letteratura greca non finiva con quella che all’epoca si chiamava ellenistica, come poteva sembrare dai manuali scolastici, ma continuava per undici secoli, appunto a Bisanzio, ho cominciato a inoltrarmi con emozione in quella frontiera sconosciuta.» (Gian Paolo Grattarola Mangialibri.it intervista Silvia Ronchey, 2011)

Insieme allo scrittore e docente universitario Giuseppe Scaraffia è stata autrice e conduttrice di trasmissioni per la RAI e ha anche realizzato una serie di interviste a grandi nomi della cultura come Ernst Jünger, Claude Lévi-Strauss, James Hillman, David Lodge, Jean-Pierre Vernant.

L’incontro con lo psicoanalista, saggista e filosofo statunitense James Hillman, in particolare, ha dato origine a una duratura collaborazione che si è espressa, oltre che nelle interviste televisive, nei due libri-dialogo L’anima del mondo e Il piacere di pensare, protraendosi fino alla scomparsa di Hillman, del cui ultimo libro Silvia Ronchey ha curato nel 2021 la pubblicazione postuma, dal titolo L’ultima immagine, opera vincitrice l’anno successivo del Premio Viareggio sezione Saggistica.

SCELTA DI OPERE DI SILVIA RONCHEY – Silvia Ronchey ha scritto centinaia di articoli specialistici e numerosi libri. L’elenco completo delle sue pubblicazioni lo trovate qua. Se dovessimo scegliere alcuni dei suoi volumi, sceglieremmo i seguenti.

  • L’ultima immagine (2023) James Hillman con Silvia Ronchey – Questo libro postumo racchiude l’estremo pensiero di James Hillman. Non è solo la summa e l’ultimo approdo della riflessione sull’immagine, che fin dall’inizio sostanzia la sua idea di anima e tutta la sua psicologia. È anche il testamento, etico e politico, che uno dei massimi pensatori del Novecento ha voluto strenuamente concludere sul letto di morte, restando pensante sino alla soglia finale dell’intelletto, dell’introspezione, della biologia stessa
  • L’anima del mondo. Conversazione con Silvia Ronchey (2001) – A colloquio con James Hillman.
  • Ipazia (2011) – Con rigore filologico e storiografico e grande abilità narrativa, Silvia Ronchey ricostruisce in tutti i suoi aspetti l’avventura esistenziale e intellettuale di Ipazia, inserendola nella realtà culturale e sociale del mondo tardoantico, sullo sfondo del tumultuoso passaggio di consegne tra il paganesimo e il cristianesimo.
  • LA CHICCA: “Il seme del male”, la postfazione al romanzo di Robert Graves Sette giorni fra mille anni, romanzo distopico di un futuro in cui una società di stampo matriarcale. Di Robert Graves abbiamo parlato qua (al link trovi anche numerose recensioni).
  • Come detto, Silvia Ronchey ha scritto numerosissimi libri. Qui trovate tutta la sua produzione libraria recente.

L’intervista di SIlvia Ronchey a James Hillman: il nostro post con la bibliografia dei testi citati nel filmato e il link al video.

Cosa facciamo noi de La Voce delle Muse
Ti piacciono i nostri post? Vuoi sostenerci con un piccolo contributo? Ecco come fare: ci vuole un minuto!

Bibliografia di James Hillman

Bibliografia di James Hillman

La bibliografia di James Hillman è sterminata: avrebbe poco senso pubblicarla qua. Una buona bibliografia delle opere in italiano la trovate su Wikipedia, a questo indirizzo. Ci limitiamo qua a una scelta commentata di alcuni volumi. Se vuoi maggiori info su Hillman leggi questo post.

Il codice dell’anima. Carattere, Vocazione, Destino (1996) – Se volete andare alla scoperta dell’opera di Hilman, questo è il libro da cui inizare! Best seller internazionale in cui Hillman esplora il concetto di “daimon” e come la nostra vocazione e il nostro carattere siano inscritti nel nostro destino.

Puer Aeternus (1999) – Fra i lettori di Hillman si sentono spesso ricordare due scritti: il saggio sul tradimento e Senex e puer. Di fatto sarebbe difficile trovare una migliore via d’accesso al pensiero di Hillman. Nel primo caso perché in poche pagine egli ci offre un’analisi esemplare di una di quelle realtà condannate e deprecate che solo lo scandaglio psicologico riesce a illuminare dietro le grevi cortine della morale. Nel secondo perché la caratterizzazione del puer aeternus e quella parallela del senex hanno una tale precisione e capacità individuante da offrirsi come ausilio immediato per riconoscere nella nostra psiche i tratti dell’eterna fanciullezza e della saturnina vecchiaia. FORSE IL LIBRO PREFERITO DA ANDREAS! 

Anima. Anatomia di una nozione personificata (1985) – Hillman approfondisce il concetto di anima, esaminando come sia rappresentata e vissuta nella cultura e nella psiche umana. Un gioco di canto e controcanto: 439 estratti da Jung intorno all’Anima e una sequenza di testi con cui Hillman risponde a Jung, ampliando il pensiero e talvolta contrapponendosi ad esso.

L’ultima immagine (2023) con Silvia Ronchey – Questo libro postumo racchiude l’estremo pensiero di James Hillman. Non è solo la summa e l’ultimo approdo della riflessione sull’immagine, che fin dall’inizio sostanzia la sua idea di anima e tutta la sua psicologia. È anche il testamento, etico e politico, che uno dei massimi pensatori del Novecento ha voluto strenuamente concludere sul letto di morte, restando pensante sino alla soglia finale dell’intelletto, dell’introspezione, della biologia stessa

Re-visione della psicologia (1975) – In questo libro, Hillman sfida le concezioni tradizionali di psicologia e presenta la sua visione della psicologia archetipica. “Re-visione della psicologia” significa allora riconoscere che religione e psicologia crescono sullo stesso terreno (non può esserci psicologia senza religione) e che la psicologia occidentale – il cui carattere nordico-protestante-monoteistico minaccia la “sopravvivenza dell’anima” e conduce lontano dal politeismo greco-rinascimentale – dev’essere abbandonata movendo “verso sud”. La terapia non è un operare scientifico-razionale, ma “un lavoro che invoca gli Dei”»

Il mito dell’analisi: Tre saggi di psicologia archetipica (1972) – Questo libro raccoglie tre saggi che affrontano criticamente il processo analitico in psicologia. Si può dire che questo libro segni il più importante sviluppo della psicologia analitica dopo la morte di Jung. James Hillman vi ha messo in questione l’analisi stessa con una radicalità e una consequenzialità che sconvolgono e scalzano ogni possibile routine delle varie scolastiche (junghiane non meno che freudiane). Dopo che per decenni l’analisi ha preteso di sezionare il mito, qui per la prima volta ci si chiede: qual è il mito che sta dietro all’analisi e la determina nel profondo?

Il sogno e il mondo infero (1979) – Hillman esplora il significato dei sogni e la loro connessione con il mondo dell’inconscio. A che cosa somiglia il sogno? Fin dall’antica domanda di Aristotele, possiamo inquadrare il paesaggio onirico solo per analogie, paragoni, metafore. Oppure, come ci suggerisce James Hillman in questo percorso sconcertante e provocatorio, possiamo accedervi lasciandoci alle spalle ogni tentativo di razionalizzarlo e di tradurlo nel linguaggio diurno, come era avvenuto, seppure con metodi opposti, nel caso di Freud e di Jung. La soluzione, per Hillman, consiste invece nel tornare alla mitologia come a una vera e propria “psicologia dell’antichità” e a una lettura del sogno come dimensione del “mondo infero”, in quanto invisibilmente intrecciato a quello superno.

La forza del carattere. La vita che dura  (1999) – Questo libro affronta il concetto di carattere e esplora come possiamo svilupparlo per una vita significativa.. Non sempre è giusto cedere al fascinoso luogo comune secondo il quale chi muore giovane è caro agli dei, perché “così come il carattere guida l’invecchiamento, l’invecchiamento guida il carattere“. La senilità, quindi, non è un caso, né una dannazione, né l’abominio di una medicina moderna devota alla longevità, ma la condizione naturale e necessaria affinché si verifichino l’intensificazione e la messa a punto del nostro carattere, ossia della forma del nostro durare. Ma anche se il carattere sopravvive per immagini, invecchiare è una forma d’arte che ogni essere umano deve affrontare perché la vecchiaia si configuri come una “struttura estetica” che permetta di svolgere il ruolo archetipico di avo cui ogni anziano è chiamato.

Cent’anni di psicoanalisi. E il mondo va sempre peggio (1992) con Michael Ventura – In questo libro, Hillman e Ventura discutono le limitazioni della psicoterapia moderna e esplorano il rapporto tra terapia e società. Perché in cent’anni la psicoanalisi non è riuscita a curare il malessere dell’uomo, non ci ha reso più felici, non ha creato un mondo migliore? A oltre un secolo dalla nascita della terapia psicoanalitica, uno dei grandi filosofi e psicologi del Novecento e uno scrittore dialogano, interrogandosi sugli obiettivi raggiunti da questa disciplina e ne tracciano un bilancio.

Fuochi blu  (1989) – Questo libro è una raccolta di scritti di Hillman che coprono una vasta gamma di argomenti, dalla psicologia all’arte, alla politica.

Chi è James Hillman
La presentazione del video dell’intervista di Hilman con Silvia Ronchey, con la bibliografia ragionata.

Cosa facciamo noi de La Voce delle Muse
Ti piacciono i nostri post? Vuoi sostenerci con un piccolo contributo? Ecco come fare: ci vuole un minuto!