Monthly Archives: Gennaio 2023

La mitologia spiegata ai ragazzi

La mitologia spiegata ai ragazzi

Come raccontare la mitologia ai ragazzi? I miti antichi sono un pozzo ricchissimo di personaggi, di storie affascinanti ed hanno la capacità di raccontarci quello che siamo e da dove veniamo. A questo tema ha dedicato una conferenza la rivista “Il Folletto”: si intitola “La mitologia nella letteratura per ragazzi” e propone un incontro con Barbara Servidori, studiosa di letteratura per ragazzi. Ne parliamo con Letizia Bolzani, responsabile della rivista “Il Folletto” e nostra collega. Naturalmente la conferenza è passata, ma l’intervista merita un ascolto!

La mitologia spiegata ai ragazzi – RSI Radiotelevisione svizzera

Nella breve intervista a Letizia Bolzani si presenta la ricca e interessantissima rivista “Il Folletto”, e si parla poi di come raccontare i miti ai ragazzi. Che, pensa un po’, è esattamente quello che facciamo noi de La Voce delle Muse.

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Un interessante libro che parla di come narrare e utilizzare il potere archetipico della mitologia con i ragazzi. Libro per genitori e insegnanti è il volume di Andreas Barella, Adolescenza il giardino nascosto. Maggiori dettagli.

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Recensione: “Le Maschere di Dio” di Joseph Campbell

Recensione: “Le Maschere di Dio” di Joseph Campbell

Nel MitoBlog abbiamo cominciato a recensire alcuni libri scritti da Joseph Campbell e altri ancora ve li commenteremo nelle settimane-mesi a venire. In basso trovate un link a un post con qualche notizia bio-bibliografica su questo prolifico mitologo, studioso di mitologia comparata, antropologo, scrittore, ispiratore americano. Sempre in calce a questo post, trovate un altro link ai suoi libri: le sue idee sono pozzi di ispirazione spirituale e di comprensione di antiche leggende e miti e del loro valore psicologico e spirituale. Potete cliccare sui titoli evidenziati per andare alla nostra recensione. 

Le Maschere di Dio di Joseph Campbell è un libro di grande valore che esplora le radici della mitologia e della religione umana. Campbell utilizza una vasta gamma di fonti, tra cui la mitologia, la letteratura, l’arte e la religione per esplorare i temi universali presenti in tutte le culture e le epoche.

Il libro è diviso in quattro parti: Primitiva, Orientale, Occidentale e Creativa. Ogni parte esplora come le mitologie e le religioni di diverse culture abbiano rappresentato gli dèi e le divinità, e come questi siano stati utilizzati per spiegare il mondo e il significato della vita. Il libro è scritto in uno stile accattivante e ben strutturato, rendendolo facile da seguire anche per coloro che non hanno una conoscenza approfondita di mitologia e religione. Campbell utilizza un linguaggio preciso e un’analisi rigorosa per esplorare i temi universali presenti nelle mitologie e nelle religioni di tutto il mondo.

In generale, Le Maschere di Dio è un libro di grande valore per coloro che sono interessati alla mitologia, alla religione e al significato della vita. Offre un approccio unico e profondo all’argomento e fornisce una nuova prospettiva sui temi universali presenti nelle mitologie e nelle religioni di tutto il mondo. La vasta gamma di fonti utilizzate dall’autore e la sua analisi rigorosa rendono questo libro un contributo significativo alla comprensione della mitologia e della religione umana. Secondo Joseph Campbell, la funzione principale del mito è aiutare ogni individuo nel viaggio della vita, fornendogli una sorta di guida turistica o mappa per raggiungere la pienezza e la realizzazione di sé.

Purtroppo, attualmente, dei quattro volumi, in italiano troviamo solo il primo: Mitologia Primitiva. Lindau lo ha appena pubblicato: speriamo nei prossimi mesi seguano anche gli altri volumi! In questo primo tomo della tetralogia, lo studioso delinea un percorso propedeutico alle esplorazioni in cui si avventurerà nei volumi successivi, dedicati all’Oriente, all’Occidente e alla cosiddetta Mitologia creativa. Inoltre, Campbell non solo descrive le varie mitologie e religioni, ma anche come queste hanno influenzato la cultura e la società, e come queste influenze si possono ritrovare ancora oggi nelle nostre vite.

Per il mitologo è innanzitutto importante chiedersi se esistano, nella psiche umana, dinamiche ancestrali correlate alla nascita dei miti e se il mito possa essere stata una delle risposte dell’uomo primitivo agli stimoli dell’ambiente circostante. Analizza poi le differenti forme in cui si è declinata la mitopoiesi delle diverse popolazioni, ripercorrendo la storia dell’uomo dal Paleolitico in poi, supportato dagli importanti ritrovamenti archeologici e dai pittogrammi sulle pareti delle caverne. Fulcro del volume è la ricerca di quelle che Campbell chiama spiritual resources of prehistoric man, e che possono rappresentare il primo passo verso la comprensione del mito.

Acquista Le Maschere di Dio. Vol. I: Mitologia primitiva di Joseph Campbell
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Qui una lista delle maggiori pubblicazioni di Joseph Campbell.

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Recensione: “L’eroe dai mille volti” di Joseph Campbell

Recensione: “L’eroe dai mille volti” di Joseph Campbell

Nel MitoBlog abbiamo cominciato a recensire alcuni libri scritti da Joseph Campbell e altri ancora ve li commenteremo nelle settimane-mesi a venire. In basso trovate un link a un post con qualche notizia bio-bibliografica su questo prolifico mitologo, studioso di mitologia comparata, antropologo, scrittore, ispiratore americano. Sempre in calce a questo post, trovate un altro link ai suoi libri: le sue idee sono pozzi di ispirazione spirituale e di comprensione di antiche leggende e miti e del loro valore psicologico e spirituale. Potete cliccare sui titoli evidenziati per andare alla nostra recensione. 

L’eroe dai mille volti di Joseph Campbell è un libro illuminante e stimolante che approfondisce il tema universale del viaggio eroico nella letteratura e nella mitologia di tutto il mondo. Il viaggio eroico, noto anche come monomito, è un modello narrativo che descrive il viaggio dell’eroe dalla sua vita ordinaria a un’avventura straordinaria, durante la quale affronta sfide e ostacoli e alla fine torna a casa, cambiato e trasformato. Questo modello narrativo è presente in miti, leggende e storie di tutte le culture e periodi storici, e Campbell sostiene che esso riflette un’esperienza umana universale. Attenzione: scriviamo “eroe” al maschile, ma le storie presentano anche figure femminili in questo affascinante ruolo. Il termine “eroina” però non ci piace sia in quanto diminutivo, sia in quanto ricorda la sostanza stupefacente, per cui useremo il generico “eroe”. Ma, appunto, ricordatevi che parliamo sia di donne che di uomini!

Il viaggio eroico di solito coinvolge tre fasi principali: la Partenza, l’Iniziazione e il Ritorno. La Partenza è la fase in cui l’eroe lascia la sua vita ordinaria e intraprende un’avventura. L’Iniziazione è la fase in cui l’eroe affronta sfide, ostacoli e subisce una trasformazione. Il Ritorno è la fase in cui l’eroe torna a casa, cambiato e trasformato, e utilizza le conoscenze e le abilità acquisite durante il viaggio per aiutare la sua comunità.

Campbell esamina minuziosamente la struttura narrativa del viaggio eroico e illustra come essa sia presente in molte storie di eroi di varie culture e epoche. Inoltre, esplora il significato psicologico e spirituale del viaggio eroico, fornendo spunti per la comprensione dell’esperienza umana e della condizione umana.

Il libro è scritto in modo preciso, con una grande quantità di esempi tratti da diverse culture e tradizioni mitologiche. Campbell dimostra come il viaggio dell’eroe sia un archetipo universale, presente in molte narrazioni mitologiche, epiche e letterarie, e spiega come questo modello sia ancora presente nella cultura moderna.

La scrittura di Campbell è molto coinvolgente e ben strutturata, rendendo il libro facile da seguire anche per chi non ha molta familiarità con la mitologia.

In generale, L’eroe dai mille volti è un libro estremamente interessante e istruttivo per chi vuole saperne di più sull’archetipo universale del viaggio eroico e su come esso influisca sulla letteratura e la cultura di tutto il mondo. Consigliamo vivamente questo libro a chiunque sia interessato alla mitologia, alla letteratura o alla psicologia.

Il mito è da sempre oggetto di analisi da parte di storici, filosofi, antropologi, sociologi, che ne hanno proposte le interpretazioni più disparate, riconfermandone però sempre l’importanza nell’ambito della vita associata. Anche gli psicoanalisti si sono rivolti a esso: per loro il mito, come il sogno, rivela la struttura stessa della psiche. Secondo Jung, il mito sarebbe un sognare a occhi aperti, il sogno una continuazione del mito ed entrambi la manifestazione di motivi arcaici, che rivelano l’esistenza di elementi strutturali della psiche inconscia. Questi motivi o immagini, da lui chiamati archetipi, dimostrano che esiste un inconscio collettivo comune da sempre a tutti gli uomini. Nello scrivere questo saggio sul mito dell’eroe, Joseph Campbell si è rifatto alle concezioni psicoanalitiche, in particolare a quelle di Jung, ma ha tenuto conto anche delle altre interpretazioni. Perciò L’eroe dai mille volti è un fantasmagorico viaggio attraverso le culture di tutto il mondo e di tutte le epoche. Centinaia di miti, favole e leggende, una folla di uomini, eroi, mostri, spettri, fate e geni, un pantheon di dèi clementi e terribili, maestosi e beffardi, costituiscono la materia di un libro che dalla sua prima pubblicazione, nel 1949, si è imposto come un grande classico.

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Enheduenna e le donne della Mesopotamia

Enheduenna e le donne della Mesopotamia

La maestosa Morgan Library di New York ospita fino al 16 febbraio 2023 una mostra unica, intitolata Colei che scriveva: Enheduenna e le donne della Mesopotamia, dal 3400 al 2000 a.C. circa (al link c’è anche un bel video di presentazione con numerose statuette e sigilli: merita!). Se vi trovate dalle parti di Manhattan, programmate assolutamente di vederla. Quella degli antichi sumeri è la prima letteratura umana che si conosca, la lingua sumera è la più antica lingua scritta ed Enheduenna è la prima scrittrice sumera di cui ci è giunto il nome, quindi la prima scrittrice conosciuta della storia dell’umanità. Leggeva e scriveva anche l’accadico. Definita dagli studiosi successivi “la Shakespeare del suo tempo”, i suoi salmi, le sue preghiere e le sue epopee hanno influenzato i salmi della Bibbia ebraica, il Cantico di Salomone, i poemi di Omero, il Magnificat e gli inni cristiani.

Enheduenna è rimasta sconosciuta all’epoca moderna fino al 1927, quando l’archeologo Leonard Woolley ritrovò oggetti che portano il suo nome e la sua immagine. Oggi sappiamo che il suo nome in sumerico significa “ornamento del cielo” e che era definita l’alta sacerdotessa, anzi (non scriveremo qui il diminutivo “sacerdotessa”) alta sacerdote della divinità lunare Nannasuen. La sua esistenza come personaggio storico è certa; non è una figura mitica, come non lo è suo padre, Sargon il Grande. I documenti storici indicano che sua madre era una sumera della Mesopotamia meridionale e che suo padre era presumibilmente figlio di una sacerdote. Compose 42 Inni del Tempio e tre poemi a sé stanti, paragonabili all’Epopea di Gilgamesh, che non è attribuita a un autore ma che gli studiosi considerano un’altra parte importante dell’eredità letteraria della Mesopotamia. È stata la prima scrittrice a usare la prima persona, un fatto di per sé sorprendente.

Enheduenna esercitò anche un notevole potere politico: come figlia di Sargon, in cui la maggior parte degli storici riconosce il fondatore del primo impero del mondo, svolse un ruolo essenziale nel legare la regione mesopotamica settentrionale di Akkad, dove suo padre salì al potere, e le città-stato sumere del sud che egli conquistò. Lo fece fondendo le credenze e i rituali associati alla dea sumera Inanna con quelli della dea accadica Ishtar, enfatizzando questi legami nei suoi inni e poemi letterari e religiosi e creando così un sistema comune di credenze in tutto l’impero.

Ciascuno degli inni che Enheduenna scrisse per 42 templi nella metà meridionale della Mesopotamia metteva in evidenza il carattere unico della dea patrona per i fedeli di quelle città – in altre parole, rendeva le preghiere rilevanti per i fedeli locali. Gli inni furono poi copiati dagli scribi dei templi per secoli dopo la sua morte. I suoi scritti ci sono giunti su tavolette di argilla incise nella scrittura nota come cuneiforme.

In questo estratto del suo poema L’esaltazione di Inanna, descrive il processo creativo: “Ho dato vita, o esaltata dea, a questo canto per te. Quello che ti ho recitato a mezzanotte, possa il cantore ripeterlo a mezzogiorno”, rendendo omaggio alla magia della scrittura in sé, che rende possibile a un testo di durare nel tempo senza bisogno di essere memorizzato. La scrittrice rivendica inoltre con orgoglio la sua autorialità alla conclusione degli inni del tempio: “La compilatrice della tavoletta è Enheduenna e ciò che è stato creato qui nessuno lo ha mai creato prima!”. Il che è vero.

La sua padronanza della matematica, tra l’altro, è forse meno sorprendente se ricordiamo che gli storici fanno risalire le origini della matematica alla Mesopotamia, in contemporanea allo sviluppo del cuneiforme e di altri sistemi di scrittura; lettere scritte e numeri si sono probabilmente sviluppati per necessità nell’attiva economia agricola e tessile della regione, dove agricoltori e mercanti contavano e registravano ciò che veniva prodotto, venduto e scambiato. Le donne si appropriarono di vari ruoli (o forse li avevano da sempre) in un’ampia varietà di mestieri, tra cui la ceramica, la tessitura, la panificazione, l’allevamento, la produzione di birra e il lavoro artigianale.

Enheduenna visse, compose e insegnò circa 2000 anni prima di Aristotele e 1700 anni prima di Saffo, e racconta la sua storia di esilio e di ritorno al potere per intervento di Inanna in un inno che entrò a far parte dei miti culturali della Sumeria e fu una componente di quella civiltà per migliaia di anni. Il componimento descrive il tentativo di colpo di stato contro la sua autorità da parte di un ribelle di nome Lugal-Ane,  la sua cacciata e la sua preghiera alla dea. Spiega di essere stata bandita dal tempio della città di Oruk e denuncia Lugal-Ane, che ha distrutto il tempio, uno dei più grandi del mondo antico, e non solo: nel primo caso registrato di molestie sessuali, ha fatto avance sessuali alla somma sacerdote, la sua stessa cognata. Questo è il discorso che Enheduenna gli rivolge nel Lamento allo spirito della guerra: “Abbatti tutto ciò che vedi, alzandoti su ali spaventose ti precipiti a distruggere la nostra terra, infuriando come temporali, ululando come uragani, urlando come tempeste, la vegetazione crolla davanti a te! Il sangue sgorga dalle montagne, spirito di odio, avidità e vendetta! Il tuo fuoco feroce consuma la nostra terra!”

Si rivolge anche a Inanna, in modo intimo e personale, erotico e caldo: “Ho disposto le tue margherite, ho acceso i carboni, ho condotto i riti, ho preparato la tua camera nuziale! Ora il tuo cuore mi abbracci! Queste sono le mie creazioni, regina onnipotente, che ho fatto per te, ciò che ho composto per te nel buio della notte il cantore lo canterà di giorno.” Sembra che Inanna l’abbia ascoltata, perché le fu restituita la sua carica e scrisse che “il giorno le fu favorevole, vestita di bellezza, raggiante di gioia, avanzava come l’elegante luce della luna, oh sia lode a Inanna!”.

Enheduenna sembra essere stata la prima donna a ricoprire questa carica a Ur, e il suo comportamento come somma sacerdote sarebbe servito da modello per coloro che l’hanno seguita. La raffinatezza e la bellezza delle sue opere non ebbero un impatto solo sulla teologia mesopotamica ma anche sulla politica, avvicinando gli dèi alla gente del paese, rendendoli personaggi più profondi e simpatici, divinità per tutto il popolo e non solo per i sumeri o gli accadi. In definitiva, il fascino dell’opera di Enheduenna sta nell’aperta sensualità e nell’ardente devozione. In un Magnificat precristiano a Inanna, La Signora dal cuore grande, scrive: “Tu sei magnifica. Il tuo nome è lodato, tu sola sei magnificata! Mia signora, io sono tua. E così sempre sarà, che tu possa ascoltarmi ed essere ben disposta verso di me. La tua divinità risplende nella terra! Il mio corpo ne ha fatto esperienza!”.

L’articolo è apparso in inglese il 19 dicembre 2022 sul blog di Robin Morgan.

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