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La nascita di Teseo (Mito di Teseo – Parte 1 di 6)

La nascita di Teseo (Mito di Teseo – Parte 1 di 6)

Il racconto del mito di Teseo è collegato alla nostra recensione della collana “Grandi Miti Greci”, Volume 16: Teseo – Lo stato e le donne.

La prima moglie di Egeo fu Melite, figlia di Opiete; e la seconda Calciope, figlia di Ressenore; ma nessuna delle due gli diede dei figli. Attribuendo tale sventura, come pure la triste fine delle sue sorelle Procne e Filomela, alla collera di Afrodite, egli introdusse il culto della dea in Atene e poi si recò a consultare l’oracolo di Delfi. L’oracolo gli disse di non aprire la bocca del suo rigonfio otre di vino finché non avesse raggiunto il punto più alto di Atene, a meno che non volesse un giorno morire di dolore; ed Egeo non seppe interpretare questo responso. Lungo la via del ritorno si fermò a Corinto; là Medea gli fece giurare solennemente che egli l’avrebbe protetta dai suoi nemici semmai essa si fosse rifugiata ad Atene e si incaricò di procurargli un figlio con opera di magia. Egeo si recò poi a Trezene, dove i suoi vecchi compagni Pitteo e Trezene, figli di Pelope, erano giunti recentemente per dividersi il regno con re Ezio. Ezio era succeduto al padre suo Antade, figlio di Poseidone e di Alcione, il quale, dopo aver fondato le città di Antea e Iperea, era salpato per fondare Alicarnasso in Caria. Ma pare che Ezio non avesse grande potere, perché Pitteo, dopo la morte di Trezene, fece di Antea e di Iperea una sola città, che dedicò ad Atena e a Poseidone, chiamandola Trezene. Pitteo fu l’uomo più saggio e colto del suo tempo, e si cita spesso uno dei suoi apoftegmi morali sull’amicizia: «Non deludere la speranza che l’amicizia alimenta, ma appagala pienamente!» Egli fondò un santuario di Apollo Oracolare a Trezene, che è il più antico dei santuari esistenti in Grecia, e consacrò altresì un altare alla triplice dea Temi. Tre troni di marmo, ora posti sulla sua tomba presso il tempio di Artemide Salvatrice, venivano usati da lui e da altri due uomini quando sedevano in giudizio. Pitteo insegnò anche l’arte oratoria nel santuario delle Muse a Trezene (santuario fondato dal figlio di Efesto, Ardalo, supposto inventore del flauto) e si consulta ancora un suo trattato di retorica. Ora, mentre Pitteo viveva a Pisa, Bellerofonte aveva chiesto in sposa la sua figliola Etra, ma, caduto in disgrazia, era dovuto fuggire in Caria prima che si celebrassero le nozze. Benché si considerasse ancora legata dalla promessa fatta a Bellerofonte, Etra aveva ben poca speranza che egli tornasse. Pitteo, che non gradiva la forzata verginità della figlia ed era altresì influenzato dal magico influsso che Medea esercitava su di lui da lontano, fece ubriacare Egeo e lo mandò a letto con Etra. Nel corso della medesima notte, anche Poseidone godette di lei poiché, obbedendo a un sogno provocato da Atena, Etra lasciò Egeo e raggiunse l’isola di Sferia, vicinissima a Trezene, portando libagioni da versare sulla tomba di Sfero, l’auriga di Pelope. Là, con la connivenza di Atena, Poseidone si giacque con lei ed Etra in seguito mutò il nome dell’isola da Sferia in Iera (sacra) e vi eresse il tempio di Atena Apaturia, promulgando la legge che ogni fanciulla di Trezene dovesse d’allora in poi offrire il proprio cinto verginale alla dea prima delle nozze. Poseidone tuttavia concesse generosamente a Egeo la paternità del bimbo che fosse nato da Etra nel corso dei quattro mesi seguenti.

Egeo, quando si destò nel letto di Etra, le disse che se un figlio fosse nato dal loro amplesso non doveva essere esposto ma bensì allevato segretamente a Trezene. Poi ritornò ad Atene per celebrare le Panatenee, dopo aver nascosto la propria spada e i propri sandali sotto un masso noto col nome di Altare di Zeus il Forte, e che sorgeva lungo la strada da Tzezene a Ermione. Se il ragazzo, raggiunta la maturità, avesse avuto la forza di spostare il masso e di ricuperare la spada e i sandali, si sarebbe dovuto mandarlo ad Atene. Frattanto Etra doveva tenere la bocca chiusa, affinché i nipoti di Egeo, i cinquanta figli di Pallade, non congiurassero contro la sua vita. La spada era un pegno avuto da Cecrope. In una località ora chiamata Genetlio, sulla strada che conduce dalla città al porto di Trezene, Etra diede alla luce un figlio. Taluni dicono che essa lo chiamò subito Teseo, perché dei pegni erano stati depositati per lui; altri sostengono che il giovane si meritò in seguito quel nome ad Atene. Egli fu allevato a Trezene, dove il suo tutore Pitteo prudentemente mise in giro la voce che il bimbo era figlio di Poseidone. E un certo Connida, cui gli Ateniesi sacrificano tuttora un ariete il giorno precedente le Feste Tesee, gli fu pedagogo. Ma altri dicono che Teseo crebbe a Maratona. Un giorno Eracle, mentre pranzava a Trezene con Pitteo, si levò di dosso la pelle di leone e la gettò su uno sgabello. I fanciulli del palazzo, che entravano in quel momento, fuggirono tutti strillando, salvo il piccolo Teseo, di sette anni, che strappò un’ascia da un ceppo e si preparò coraggiosamente ad affrontare un vero leone. All’età di sedici anni Teseo si recò a Delfi e consacrò ad Apollo la sua prima ciocca virile. Egli si rasò tuttavia soltanto la parte anteriore del capo, come gli Arabi e i Misi o i valorosi Abanti dell’Eubea, che privano così i nemici di un notevole vantaggio nel combattimento a corpo a corpo. Questo tipo di tonsura, e il sacro recinto dove la cerimonia ebbe luogo, si chiamano ancora tesei. Teseo era ormai un giovanetto forte, intelligente e saggio, ed Etra, guidandolo al luogo dove Egeo aveva nascosto la spada e i sandali, gli narrò la storia della sua nascita. Egli spostò senza alcuna difficoltà il masso, chiamato di poi «Roccia di Teseo», e ricuperò i pegni lasciati da suo padre. Tuttavia, nonostante i consigli di Pitteo e le suppliche della madre, anziché raggiungere Atene per la via del mare, che era più rapida e sicura, volle viaggiare per terra; lo spingeva il desiderio di emulare le imprese del suo cugino germano Eracle, che egli molto ammirava.

Vai a: Le fatiche di Teseo (Mito di Teseo – Parte 2 di 6)

ll mito di Teseo, riassunto dalla versione di Robert Graves ne “I Miti Greci”. Un libro pubblicato da numerose case editrici e che vi consigliamo caldamente. Qua trovate la nostra recensione al volume di Graves

Il piano dell’opera “Grandi Miti Greci” e recensioni agli altri volumi.

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Recensione: Teseo – Lo stato e le donne

Recensione: Teseo – Lo stato e le donne

“Le cose che leggi, Teseo, te le scrivo da questa spiaggia donde, senza di me, le vele han portato via la tua nave, dove io son stata indegnamente tradita e da un sonno funesto e da te, che al mio sonno ha teso un agguato.” (Arianna scrive a Teseo, tratto da Ovidio, Heroides)

Dal risvolto di copertina: “Il mito di Teseo intreccia avventure e amori, inganno e passione, vita e morte. Nato dall’unione di Egeo, antico re di Atene, ed Etra, l’eroe è cristallizzato per quell’impresa che non gli sarebbe riuscita senza l’aiuto di Arianna – la principessa cretese, figlia di Minosse e sorellastra del Minotauro, innamorata di lui. Grazie a un gomitolo di filo, srotolato dall’ingresso nel labirinto, Teseo – ucciso il Minotauro – poté trovare la via d’uscita. Lasciata Creta, abbandonerà Arianna a Nasso e in seguito sposerà Fedra, altra figlia di Minosse. Fuori dalle simbologie di un labirinto che riporta ai guai dei mortali, dagli intrecci amorosi, dalla competizione con il cugino Eracle, dagli sconti con i Centauri e le Amazzoni, Teseo fu essenzialmente colui che riuscì a unificare politicamente l’Attica sotto la guida della sua città: Atene.”

Dall’introduzione di Giulio Guidorizzi: “Teseo è l’eroe nazionale di Atene, perciò era considerato il lontanissimo antenato della democrazia ateniese. In generale, Teseo incarna bene il modello del gentiluomo ateniese: il cosiddetto kalokagathos “bello e valente”. Generoso, coraggioso, ospitale, pio verso gli dèi, rispettoso del popolo e delle sue leggi. Un eroe politico, quindi, non un personaggio ancora primitivo e affrancato dai vincoli cittadini come Eracle, che vaga fra molte città ma in nessuna si integra veramente.”

Oltre alla narrazione del mito, il volume contiene anche approfondimenti sulla sua fortuna nel corso dei secoli, in tutte le forme artistiche: letteratura (con una ricca antologia di testi classici sul mito), pittura, teatro, cinema. Inoltre vi è una tavola genealogica, e un ricco apparato bibliografico e sitografico. Il volume su Teseo è curato da Caterina Carpinato, professore associato di Lingua e letteratura neogreca presso l’università di Ca’ Foscari di Venezia. Qui gli ultimi volumi pubblicati.

L’intera collana di trenta volumi è a cura di Giulio Guidorizzi. Guidorizzi è grecista, traduttore, studioso di mitologia classica e antropologia del mondo antico. Ha scritto numerosi libri sulla mitologia. Noi vi consigliamo, per iniziare, il suo bellissimo Il mito greco (in due volumi, usciti nel 2009 e nel 2012). Qui una lista di suoi volumi sul mito greco.

Il racconto del mito di Teseo: La nascita di Teseo (Mito di Teseo – Parte 1 di 6)
Il piano dell’opera “Grandi Miti Greci” e recensioni agli altri volumi.

La Voce delle Muse e Teseo: la Trilogia dell’isola di Creta
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