Tag Archives: pio Enea

Mitologia Express – Gli Atridi: una famiglia rosso sangue

Mitologia Express – Gli Atridi: una famiglia rosso sangue

La puntata dell’11 agosto 2019 di Mitologia Express. Il sommario: “Cominceremo con Il Mito Quotidiano, che oggi contempla una storia con protagonisti Agamennone, sua moglie Clitemnestra, la loro figlia Ifigenia e, in seguito anche il loro figlio Oreste. Parleremo di come la voglia di guerra e di gloria si possa mettere in competizione, in modo al giorno d’oggi inaudito, con l’amore di un padre per i propri figli. Vedremo anche come, nella antica Grecia, fosse particolarmente pericoloso sfidare gli dèi e le dee…In seguito, vi presenteremo una nuova voce del nostro Dizionario Mitologico: oggi parleremo di Artemide, la vergine dea della caccia.”

Care amiche, Cari amici, Andreas Barella (una delle tre Muse), assieme a Loriana Sertoni, ha condotto la prima stagione di MITOLOGIA EXPRESS, in onda su RETE UNO della Radio Svizzera di lingua italiana (RSI). Ogni settimana i nostri due esploratori mitologici hanno scoperto un nuovo luogo intrigante sulla mappa fantastica del mondo del mito: la biblioteca perduta di Alessandria, la grotta del Ciclope Polifemo, il palazzo di Cnosso a Creta… Per spostarsi da un luogo all’altro, Loriana e Andreas hanno viaggiato sul Mitologia Express, uno stupendo convoglio a vapore che percorre le rotaie della fantasia, della curiosità e dell’esplorazione in un ambito tanto importante e tanto amato dagli esseri umani: quello della mitologia. Si è trattato, nelle parole di Andreas, della “realizzazione di un sogno che da tanti anni accarezzavo: quello di scrivere una trasmissione che rendesse leggere e fruibili da tutte le persone le ricche e variegate storie della mitologia greca.” A noi pare che l’esperimento sia pienamente riuscito.

Partite con loro e lasciatevi allettare dalle ricche rubriche. “Il mito quotidiano”: un racconto tratto dal mito greco e commentato da Andreas Barella. “L’antro della Pizia”: la rubrica di domande e risposte. “La finestra delle meraviglie”: il racconto di un mito in una versione pensata espressamente per le ascoltatrici e gli ascoltatori più giovani. Interpretato da Loriana Sertoni. “Il Dizionario mitologico”: gli dèi e le dee dalla A alla Z.

L’ottava puntata di Mitologia Express è andata in onda l’11 agosto 2019 e ha come protagonista gli Atridi, vale a dire i figli di Atreo: Agamenneno e Menelao. Narreremo un mito terribile dove il furore guerriero è più forte dell’amore di un padre per la figlia. Ascolta la trasmissione.

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Mitologia Express – La Pizia nascosta nell’Oracolo di Delfi

Mitologia Express – La Pizia nascosta nell’Oracolo di Delfi

La puntata del 4 agosto 2019 di Mitologia Express. Il sommario: “Nella puntata odierna siamo scesi dal Mitologia Express e ci siamo ritrovati al centro del mondo greco antico… ci troviamo a Delfi, sede dell’oracolo che dava responsi sulle vicende più diverse… e dove viveva la Pizia, protagonista della nostra rubrica L’antro Della Pizia, che oggi darà risposta a un’interessante domanda di Enea: che differenza c’è tra Poseidone e Nettuno? In seguito, e per ringraziare Enea, ci affacceremo alla “Finestra delle meraviglie”, la nostra rubrica dedicata alle ragazze e ai ragazzi in ascolto, e racconteremo la storia del guerriero Enea: fuggito dalla città di Troia alla fine della guerra, viaggerà a lungo sul mare per arrivare a mettere le fondamenta di un’altra grande città: quella di Roma.”

Care amiche, Cari amici, Andreas Barella (una delle tre Muse), assieme a Loriana Sertoni, ha condotto la prima stagione di MITOLOGIA EXPRESS, in onda su RETE UNO della Radio Svizzera di lingua italiana (RSI). Ogni settimana i nostri due esploratori mitologici hanno scoperto un nuovo luogo intrigante sulla mappa fantastica del mondo del mito: la biblioteca perduta di Alessandria, la grotta del Ciclope Polifemo, il palazzo di Cnosso a Creta… Per spostarsi da un luogo all’altro, Loriana e Andreas hanno viaggiato sul Mitologia Express, uno stupendo convoglio a vapore che percorre le rotaie della fantasia, della curiosità e dell’esplorazione in un ambito tanto importante e tanto amato dagli esseri umani: quello della mitologia. Si è trattato, nelle parole di Andreas, della “realizzazione di un sogno che da tanti anni accarezzavo: quello di scrivere una trasmissione che rendesse leggere e fruibili da tutte le persone le ricche e variegate storie della mitologia greca.” A noi pare che l’esperimento sia pienamente riuscito.

Partite con loro e lasciatevi allettare dalle ricche rubriche. “Il mito quotidiano”: un racconto tratto dal mito greco e commentato da Andreas Barella. “L’antro della Pizia”: la rubrica di domande e risposte. “La finestra delle meraviglie”: il racconto di un mito in una versione pensata espressamente per le ascoltatrici e gli ascoltatori più giovani. Interpretato da Loriana Sertoni. “Il Dizionario mitologico”: gli dèi e le dee dalla A alla Z.

La settima puntata di Mitologia Express è andata in onda il 4 agosto 2019 e ha come protagonista la figura mitologica della Pizia, la sacerdotessa sacra d Delfi, che vedeva il futuro e dava responsi a chi veniva ad interrogarla. Ascolta la trasmissione.

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Eneide: le vittime guerriere

Eneide: le vittime guerriere

Eurialo e Niso

Cosa hanno in comune Eurialo e Niso, Pallante figlio di Evandro, Lauso figlio di Mezenzio, la vergine Camilla e moltissimi altri personaggi minori dell’Eneide? Sono tutti ragazzi, giovanissimi guerrieri (anche Camilla!) che compaiono nella storia per ricordarci il dolore e la tragicità della guerra. Non si tratta più di nomi che appaiono per essere scolpiti sulle lapidi, personaggi fugaci presentati da Virgilio per farli cadere nella polvere e nella morte dopo pochi versi. Sono giovani vite che impariamo a conoscere, a veder sbocciare, ad apprezzare e che poi vediamo cadere e fuggire nell’Ade in mezzo al dolore di madri, padri e compagni. Non vale neppure la pena dire a che esercito appartengono: sono accumunati dal destino di vittime della furia guerresca. E la loro morte porta con sé il destino di intere dinastie: Evandro maledice la sua età e il fatto di essere già troppo vecchio per partecipare alla battaglia, condanna il fatto di aver mandato il figlio al suo posto. Mezenzio addirittura va a farsi uccidere volontariamente da Enea per non dover sopportare il dolore di sopravvivere al figlio. Questo atto lo trasforma ai nostri occhi: da infame re pieno di boria a padre disperato e pienamente umano. La follia della guerra non è mai così chiara come nel racconto di queste tragedie. Cortei funebri, tregue per seppellire i morti dall’una e dall’altra parte, pianti e grida di padri e di madri. I libri dell’Eneide che narrano di guerra sono sei, dal settimo al dodicesimo, l’esatta metà del poema. Alla fine, quando Enea conclude gli scontri uccidendo Turno, non si può che rimanere commossi da una parte e sconsolati dall’altra chiedendosi come si possa ancora credere che la guerra porti qualcosa di buono a un popolo. Personalmente dopo sei canti di macelleria umana ero nauseato…

Andreas Barella

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Eneide: Venere vs Giunone

Eneide: Venere vs Giunone

La dea Giunone (“Era” per i greci)

Le due dee che si confrontano e scontrano nell’Eneide sono Giunone, moglie di Giove e acerrima nemica dei Troiani e Venere, dea della bellezza e dell’amore, madre di Enea. La scena che mi piace portare alla vostra attenzione è quella in cui Venere convince Vulcano, suo marito, a forgiare delle armi divine per il figlio Enea. L’episodio si situa nel libro VIII, dal verso 370 in avanti. Venere seduce Vulcano in una scena divertente ed erotica allo stesso momento, promettendo gioie amorose con tono languido mentre chiede l’aiuto del marito. Imperdibile! Per il resto Venere si presenta nell’Eneide come una madre premurosa. Segue il figlio, lo protegge (come già nell’Iliade), lo illumina nelle situazioni difficili. Addirittura ad un certo punto dice a Giove: se hai deciso di far morire Enea, fai pure. Ma lasciami suo figlio, Ascanio-Iulo, di cui mi occuperò personalmente. Venere è una madre della vita, la Madre che prosegue nelle generazioni, che si prende cura del futuro nella forma dei figli. Giunone è schiava del ruolo affibbiatole dai Greci, quando ancora si chiamava Era: donna gelosa e rancorosa, tramatrice di inganni. Si dice che questo ruolo (oltre a quello di moglie tradita e gelosa del padre degli dei, Zeus) le sia stato attribuito nel passaggio dal matriarcato a quello del patriarcato, trasformandola da Grande Dea Madre a Moglie del Padre e togliendole quel potere misterioso e indistinto che la caratterizzava. Nell’Eneide troviamo solo questo aspetto di donna ferita e incattivita, decisa a opporsi al volere dei fati (un po’ come Poseidone nell’Odissea con il suo contrapporsi al ritorno a Itaca di Ulisse). Peccato, perché l’autorevolezza femminile che emana da questa dea si percepisce anche così, e rimane un potenziale inespresso. Potere sommerso e ribollente.

Andreas Barella

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Eneide: Turno il re guerriero

Eneide: Turno il re guerriero

Enea uccide Turno

Il pio Enea sbarca finalmente alla foce del Tevere, dove i fati gli hanno comunicato che si compirà il suo destino, dove getterà le fondamenta di un nuovo grande impero, dove seminerà il seme troiano che germoglierà nell’impero romano. Ma il Lazio non è disabitato, è popolato da parecchi popoli tra cui è abbastanza difficile districarsi. I due popoli che ci interessano qui, volendo parlare di Turno sono i Latini, il cui re si chiama Latino (logico, no?) e la cui città capitale è Laurentum, e Turno, giovane re dei Rùtuli che vivono al di là del fiume Numico (difficile da capire dove si trovi) nella città di Ardea. Ora, Latino ha una figlia, Lavinia, e questa figlia è mezza promessa a Turno, soprattutto per insistenza della madre di lei, la regina Amata (bel nome!), che è in perenne ammirazione (e forse anche un po’ innamorata) del futuro genero. Quando Latino, seguendo un oracolo, acconsente a promettere ad Enea la mano della figlia, cominciano i guai e scoppia la guerra tra Troiani e Latini-Rùtuli. Naturalmente c’è anche lo zampino di Giunone in questa guerra, ma di questo parleremo un’altra volta. Il nostro Turno è un giovane re pronto a guerreggiare, pronto a dimostrare la forza della sua giovinezza sul campo di battaglia. E Giunone soffia su questo fuoco, istiga il giovane a combattere per riconquistare Lavinia. Da questo punto in avanti, Turno si trasforma in una macchina per uccidere, istigato e guidato dalle mani di dee, delle Furie, delle Ninfe. Poveretto, non sembra in grado di compiere le sue battaglie da solo, sempre viene animato o salvato da forze divine. E quando queste lo abbandonano, quando vede svolazzare una civetta attorno al suo capo, capisce che la fine è vicina e lascia cadere le armi invocando pietà di fronte ad Enea. E muore, ultima delle giovani vittime che la guerra del Lazio comporta: “a quello si dissolve il corpo nel gelo e la vita con un gemito fugge indignata tra le ombre.” Sono le ultime, conclusive, parole del poema. Ma prima di morire, Turno manda fra le ombre stuoli di giovani e meno giovani, con una ferocia e una furia guerriera degna di Ettore o di Achille. Di nuovo la gioventù di un popolo guerriero, la vita al servizio della gloria e del furore delle armi. Molti padri malediranno il loro sopravvivere ai loro figli, che nel poema compaiono e sono nominati solo per essere uccisi da Turno (o da Enea, suo alter-ego sul campo da battaglia). Destinato a morire dai fati, il giovane Turno è il classico esempio della forza della gioventù che ignora il pericolo e insegue la gloria. Non per il bene del suo popolo, non per riconquistare Lavinia, non per sconfiggere Enea. Per combattere, per vivere e morire con l’ansia guerriera, con la forza divina che questa dona. Leggere della sua vita, delle sue battaglie, delle sue stragi e, alla fine, della sua morte, riempie di commozione perché lo si vede preda di un furore più grande di lui, che alberga nel suo corpo atletico e riluce nelle sue splendide armi. Chissà quale ricchezza sarebbe sbocciata da questo giovane re coraggioso, se non si fosse consumato sul campo di battaglia…

Andreas Barella

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